A che serve comprare venticinque contenitori di floppy disk quando ormai questo tipo di dischetto è diventato un introvabile oggetto di modernariato e tutti i computer in attività hanno soltanto il lettore-masterizzatore cd/dvd? E’ solo una delle domande che viene in mente spulciando la bizzarra lista del bando di fornitura predisposto dalla Provincia di Napoli guidata dal deputato pidiellino Luigi Cesaro. Una lista che seppellisce in un tripudio di carte e cartelle la tanto sbandierata rivoluzione telematica negli uffici delle pubbliche amministrazioni sbandierata dal ministro Renato Brunetta.

Altro che computer e software, infatti: in piazza Matteotti la penna continuerà a farla da padrone. Perché i 250mila euro stanziati dall’amministrazione provinciale per rimpolpare le dotazioni degli uffici dovrebbero servire per lo più ad acquistare materiale da cancelleria vecchio tipo: 25.000 penne a sfera, 2.000 pennarelli, 1.000 cartelle porta progetti, 3.450 cartelline, 3.000 scatole per archivio. Il bando si ricorda dell’esistenza di una recente invenzione definita computer, solo quando dispone la fornitura di circa 3.000 tra dvd e cd rom vergini. E poi se ne dimentica inserendo nell’elenco degli acquisti 20 calcolatrici (da 80 euro l’una). Ma sui loro computer hanno cancellato i programmi per il calcolo che peraltro hanno tutti? Dovrebbero essere abbastanza moderne – si spera – le 10 lampade alogene messe a gara insieme alle 5 macchine distruggi documenti. Per il resto la Provincia chiede solo roba che sembra uscita da qualche pagina di Herman Mellville su Bartleby lo scrivano: 250mila fermagli da carte, 5 pezzi di set da scrivania, 600 tubetti di colla.

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