Quando un governo, uno qualsiasi, di destra o di sinistra, parla di sicurezza e ne fa oggetto di programma di Governo, dimentica le vecchie sane declinazioni che ci insegnavano a scuola, oggi diventata ‘Squola’.

Declinare la sicurezza del cittadino significa metterlo a riparo dei tanti danni che la vita di oggi pone. Sicurezza sul lavoro innanzitutto, quando muoiono per cause precise 1250 lavoratori all’anno. Sicurezza nell’ambiente quando muoiono per solo smog e malattie correlate circa 3500 persone non solo nei centri metropolitani ma anche nei centri più periferici ove il rapporto Auto/abitanti sfiora l’unità. Sicurezza nell’ambiente domestico ove il radon con cui sono fatte le nostre case uccide di mesotelioma più dell’amianto, 15.000 persone l’anno.

Sicurezza nelle strade che sono diventate momento di flessibilità economica per il trasporto delle merci materiali ed immateriali nella società del Terziario avanzato. Sicurezza negli abitacoli delle vetture e dei Tir che sono “momenti” di economia del terziario.

Allora in questa rubrica cercheremo di focalizzare questi momenti, importanti tanto e quanto e di più delle energie rinnovabili e dell’effetto serra di cui tutti parlano, anche a sproposito, alimentando un ambientalismo di maniera fatto di niente e riduttivo. Incidere sui problemi sopra citati significherebbe ridurre il deficit di bilancio di circa: 33 miliardi per la sicurezza stradale e 8 per lo smog, totale 41 miliardi di euro che corrisponde e due volte la manovra economica del Governo 2010-2011. Ed allora scendiamo subito in campo per analizzare e contestare a questo Governo i fatti di cui non si occupa.

Ogni anno in Italia muoiono sulle strade 5.500-6.500 cittadini. La cifra è variabile a causa della stessa legge che ha ridotto da 30 a 7 i giorni per la prognosi e molti decessi sono stati “cassati per legge”. Infatti restano altissime le cifre degli incidenti e dei feriti (330 mila/anno, mille ogni giorno feste comandate ovviamente comprese). I numeri, che spaziano da una cifra astro-numerica di 34 miliardi di euro in Italia fino ai 450 miliardi di euro spesi in Europa, non danno il segno della tragedia immane che è culturale. Un segno di inciviltà, un fritto misto di noncuranza, errori fatali, anche dei Governi che non sorvegliano i meccanismi delle concessioni e rinnovi delle patenti, di manchevolezze strutturali di certe auto che pure circolano, fino all’immissione sulle strade europee di un parco circolante dell’Est post-sovietico, impressionante sotto il profilo di quel che “non dovrebbe circolare” specie se riferito alla valentia al volante dei suoi driver.

Sacrosanta dunque appare la recente battaglia che vede impegnato chi scrive, sulla legge del divieto di fumo in auto. Basti pensare a quanto ossigeno sottrae il monossido di carbonio della “bionda”: 200 volte in affinità e -2 % di emoglobina ossidata ogni 100/ml di sangue per ogni sigaretta. Ossia in due ore di viaggio e sei sigarette fumate, un buon 10% di ossigeno appunto “ va in fumo”.

 

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