MONDIAL MARKET La marchetta del giorno
Siamo tutti prezzolati, la penna più pagata del Mondiale
Non sia mai che la Rcs si faccia parlare dietro, in fatto di marchette. Corriere della Sera e Gazzetta sono in stato di crisi, mandano a casa fior di giornalisti, ma se si tratta di fare un favore a qualcuno trovano sempre le risorse. Cominciamo dal Corriere, pagina 51 dell’edizione di mercoledì. Lungo e piacevolissimo colloquio di Gaia Piccardi con Giulio Napolitano, il quale se non fosse il figlio del Presidentissimo, sarebbe un normalissimo professore di diritto pubblico all’Università di Roma Tre (me cojoni…). Dunque, perché scomodare cotanto illustrissimo personaggio? Per venire a sapere che Lui è “patologicamente laziale dai primi mesi di vita, da bambino gli piaceva smarcare l’uomo e crossare e oggi vorrebbe un calcio più attento ai vivai”. Oppure per scoprire che nel 2006 gli chiesero di fare “il vicecommissario di Guido Rossi alla Figc, ma a lui, siccome il papà era stato eletto da pochi mesi, sembrò inappropriato”. Giulio, grazie di cuore. Passiamo alla mitica Gazza. Meno interessante, ma ugualmente inutile, l’intervista di Seba Vernazza a Dominique Evra, fratello del capitano della Francia Patrice. “Lo sapevate che…?”. Che? “Dominique vive a Milano, dalle parti di via Ripamonti. Ha lavorato per Prada, Yves Saint Laurent e altre case. Oggi ha un suo progetto”. Per fortuna non ci dice quale.

SUDAFRICAL Alla scoperta del trash
Africani maleducati! E non ci facciamo sempre riconoscere…
Candidato al pezzo più trash del Mondiale il resoconto di Stefano Di Michele su Il Foglio di mercoledì, direttamente dal salotto di casa Luxuria, “con amiche trans, ad ammirare cosce Mondiali”. Gruppetto gagliardo e tosto. “Stiamo tutti con la nostra piccola bandierina in mano – il sottoscritto e Vladimir Luxuria, Lucrezia e Silvia, Mara Keplero e Fuxia Loka – da agitare al momento opportuno”. Ecco, e per momenti topici si intendono i primi piani sui calciatori, ovviamente. Perciò, il pezzo diventa una lista di esclamazioni e gridolini. “Che bono”, “che coscioni”, “che figo”, un’escalation di testosterone fino a “quello lo voglio in mezzo al pane come la Nutella”. Ma siccome gli ormoni sono proprio impazziti, Di Michele ci racconta anche il post-partita, con i commenti sugli opinionisti sportivi. “Secondo me quello c’ha un pisellone…”. Chi era, Bisteccone Galeazzi?

SUDAFRICA MON AMOUR Silvia rimembri ancora
Quando l’inviato diventa poeta…
Gli inviati di Tuttosport, altrimenti detto Hurrà Juve, se la passano male. Già sfiancati da una stagione tremenda, appena arrivati in Sudafrica hanno dovuto subire prima le critiche di Felipe Melo, poi l’infortunio a Buffon, ora perfino i dubbi esistenziali di Giorgio Chiellini (prontamente rimbrottato in un fondino, “Caro Giorgio, così non si fa”). Naturale che si buttino a corpo morto sui pochi juventini entusiasti. E allora W Simone Pepe, l’uomo nuovo della Nazionale, pupillo di Marco Bonetto. “Pepe può dir grazie a due maestri. Il primo è Pradè, l’attuale ds della Roma. Il secondo è Ovidio, noto centravanti (si fa per dire) della poesia dell’antica Roma. Insegnò, al tempo di Cristo: “Sopporta e resisti. Questo sforzo un giorno ti sarà utile”. Purtroppo per noi, anche Bonetto si sforza parecchio. Fabrizio Biasin, da Libero di ieri, pagina 41. Titolo da commediola italiana anni Cinquanta, “Il nevrotico”. Ovviamente si tratta di Marcello Lippi, anzi – attacca il pezzo Biasin – “MarcellOne (con la O maiuscola) guarda in alto per non sputare in basso, sulla testa dei beoti e maledetti che ce l’hanno con la sua Nazionale”. Quelli che – prosegue Biasin – “Lippi in definitiva non ci capisce una mazza” e “Pepe e Marchisio sono due bravi figlioli ma il Mondiale lo vinci con i figli di zoccola”. Un poeta, in effetti.

MAI DIRE MONDIALE Gli articoli impossibili
Se l’italiano è un’opinione
Il Corriere della Sera non sa come riempire le sue pagine sportive in questi giorni, eppure di materiale ce n’è. E allora spazio ad una imperdibile intervista di Michele Farina all’arcivescovo Desmond Tutu, Nobel per la pace nel 1984, interpellato nella doppia veste di uomo di fede e ultrà dei Bafana Bafana. Chissà chi suggerisce le domande a Farina. “La squadra lotta per andare avanti nel torneo. E’ fiducioso? Ha chiesto un aiutino in alto loco?”. “Perché il Dio del calcio è così potente?”. E, il gran finale: “Se Dio giocasse a calcio, in che ruolo lo vedrebbe”. La risposta: “Non credo sia questione di ruolo. Dio è quello che sa tirar fuori il meglio dagli altri”. Amen.

TROMBETTA A CHI? Premio vuvuzela, the winner is…
Dacci oggi la nostra pernacchia quotidiana, il migliore del giorno
Avanti c’è posto, chi è il prossimo che dirà la sua sulle famigerate vuvuzelas? Ormai all’appello mancano solo il Papa e Berlusconi (ma quando si renderà conto che sono diventate di moda…). Dunque, posto che il fastidio provocato dal ronzio di queste trombette è secondo solo a quello suscitato da un qualsiasi discorso di Capezzone (copyright Massimo Gramellini, La Stampa), oggi è sceso in campo perfino l’autorevolissimo Aldo Grasso, dalle colonne del Corriere della Sera. In effetti se ne sentiva la mancanza e al solito il giudizio del nostro è tranchant. In un pezzo ben richiamato in prima (sic!), Grasso si produce in un appello senza precedenti: “Mettiamo la sordina alle vuvuzelas! Questi Mondiali rischiano di passare alla storia per il fastidiosissimo suono delle trombette”. Addirittura – prosegue – sono “irritanti come i “ma va là” di Ghedini”. Un incubo, dunque. Ma siccome al Corriere un colpo al cerchio e uno alla botte è la regola, anche se si parla di pernacchie, Grasso si corregge nel finale: “Il Popolo Viola sta già pensando di adottare le vuvuzelas contro la “legge bavaglio”. Se c’è un’idea “intellettuale” la sinistra non se la fa mai scappare”. In effetti ci vorrebbe ben altro contro il bavaglio, per esempio che anche il Corsera scendesse in campo con lo stesso sdegno.

VINCERE E VINCEREMO (perdere e perderemo…)
Lui l’aveva pronosticato, certo…
Sole 24 ore di mercoledì, pezzo dalla prima. Roger Cohen a colloquio con Henry Kissinger (mica cavoli…). “Tutto è possibile in questo Mondiale. Anche che la Spagna, cronicamente al di sotto delle sue possibilità ai Mondiali, giochi al massimo del suo potenziale – è stata sconfitta una sola volta nelle sue ultime 45 – e trionfi”. Una sentenza.

17 giugno 2010

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