di Marco Lillo

Il disegno di legge sul processo breve è composto di 3 articoli e si applica ai reati per i quali sono previste pene ”inferiori nel massimo ai dieci anni di reclusione”. Il tempo massimo stabilito per ciascun grado di giudizio è di due anni, per complessivi sei anni. Quindi, se trascorrono piu’ di due anni a partire dalla richiesta di rinvio a giudizio del pubblico ministero senza che sia stata emessa la sentenza, il processo muore. E lo stesso accade in appello e in cassazione.

La norma, ideata per garantire a Silvio Berlusconi l’impunità, avrà effetti devastanti sul sistema giudiziario. Secondo l’Associazione Nazionale Magistrati: “saranno destinati a inevitabile prescrizione i processi per reati gravi, quali abuso d’ufficio, corruzione semplice e in atti giudiziari , rivelazione di segreti d’ufficio, truffa semplice o aggravata, frodi comunitarie, frodi fiscali, falsi in bilancio, bancarotta preferenziale, intercettazioni illecite, reati informatici, ricettazione, vendita di prodotti con marchi contraffatti; traffico di rifiuti, vendita di prodotti in violazione del diritto d’autore, sfruttamento della prostituzione, violenza privata, falsificazione di documenti pubblici, calunnia e falsa testimonianza, lesioni personali, omicidio colposo per colpa medica, maltrattamenti in famiglia, incendio, aborto clandestino”.

Per opporci a questa vergogna abbiamo già proposto ai lettori di sottoscrivere l’appello di Antonio Padellaro Adesso basta che in pochi giorni ha raccolto quasi 40mila firme e abbiamo aderito al corteo del 5 dicembre a Roma del No-B Day. Ora vi chiediamo uno sforzo in più.

Segnalateci i processi e i procedimenti penali – in cui voi o i vostri amici e familiari siete parti lese – che potrebbero essere stroncati da questa ennesima legge ad personam. Se avete una storia, vi preghiamo di riassumerla in una e-mail di mille battute con indicati i vostri recapiti e di allegare, se è possibile, anche la documentazione utile per illustrare il caso processobreve@ilfattoquotidiano.it.

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