Massimo D’Alema ha ragione: in Italia c’è troppo “antiberlusconismo che sconfina in una sorta di sentimento antiitaliano”. Lo dice anche Berlusconi (“la sinistra è antiitaliana”), dunque è vero di sicuro. “Questa concezione di una minoranza illuminata che vive in un paese disgraziato – spiega ancora D’Alema – è l’approccio peggiore che possiamo avere. Piuttosto bisogna sforzarsi di capire le ragioni della destra”. Sante parole: a qualcuno basta sentir parlare D’Alema, ricordare la sua Bicamerale e il suo governo, o magari dare un’occhiata al lombrosario che lo circonda, per capire al volo le ragioni della destra. Segnaliamo dunque al Lìder Massimo alcuni truculenti esempi di antiberlusconismo antiitaliano, affinchè prenda buona nota e opportuni provvedimenti. Si aggira da anni per la politica italiana un noto esagitato che, del presidente del Consiglio in carica, è riuscito a dire in sequenza, con grave sprezzo del patriottismo: “Se perde le elezioni, Berlusconi dovrà rifugiarsi all’estero, in rovina” (5-3-94), “è una via di mezzo tra Marinho, il padrone della tv Globo brasiliana, e Giancarlo Cito (31-12-93), “ha una tipica mentalità totalitaria” (10-9-94), “è il compare di Craxi (24-6-94), “è come Ceausescu” (2-8-94), “mi ricorda Kim Il Sung” (13-7-94), “è il capo di una banda che antepone i propri interessi a quelli dell’Italia” (4-3-95), “un pericolo per l’E u ro p a ” (5-3-95), “buffone, grandissimo bugiardo, squadrista della tv” (5-3-95), “un barbaro” (3-5-95), “si nasconde sotto due dita di cerone per non arrossire delle cose che dice e porta i tacchi alti alla Little Tony” (24-8-95), “non riconoscerei Berlusconi come premier legittimo nemmeno se vincesse le elezioni” (23-9-95), “fa appello agli istinti peggiori del Paese, a quell’Italietta dei pavidi e dei conformisti pronti ad accorrere intorno al vincitore ” (19-3-2001), “di questo passo lo vedremo con lo scolapasta in testa” (6-4-2001), “siamo preoccupati della salute mentale di Berlusconi” (7-4-2001), “estraneo alle regole della civiltà politica” (17-4-2001), “vuol fare dell’Italia la Thailandia d’E u ro p a ” (30-4-2001). E questo per citare soltanto le carinerie.

Ancora qualche giorno fa il feroce antiberlusconiano antiitaliano definiva il premier “un uomo che non ama la democrazia, sospettoso e violento” (8-9-2009), uno che “dà dell’Italia un’immagine umiliante all’estero ” (18-9-2009), oltre a frequentare squillo nella misura di “30 per 18 serate” (11-9-2009). Ora però è venuto il momento di svelare il nome del pericoloso antiberlusconiano antiitaliano di cui sopra: Massimo D’Alema. Lo stesso che adesso denuncia “l’antiberlusconismo che sconfina in una sorta di sentimento di antiitalianità”. Questa, in letteratura psichiatrica, si chiama dissociazione, ma talora sconfina nella schizofrenia e, se non viene adeguatamente curata, nello scolapasta in testa. Ecco, non vorremmo che, a furia di preoccuparsi per la salute mentale di Berlusconi, si sentisse poco bene anche D’Alema. Ps1. L’altra sera, dopo aver massacrato George W. Bush per otto anni, David Letterman ha sbeffeggiato il presidente in carica Barack Obama. Un caso di antibushismo e antiobamismo che sconfina in una sorta di sentimento antiamericano. Ps2. L’esternazione di D’Alema sull’antiberlusconismo che sconfina in una sorta di sentimento antiitaliano è avvenuta alla presentazione di un pregnante best-seller: “A destra tutta. Dove si è persa la sinistra?”. Ultimamente era segnalata in quel di Bari, fra le barche, le ville e i pied à terre di Giampi Tarantini. Per le ricerche, già allertata la

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