In molti si chiedevano che cosa avrebbe escogitato la sensibilità per il sociale e il talento immaginifico di Letizia Moratti per la Milano d’agosto. Lei stessa aveva promesso un colpo a sensazione, e d’altra parte le possibilità d’intervento non mancano; dai centri di espulsione trasformati in polveriere dalla nuova legge al ghetto di viale Sarca dove l’illegalità e lo spaccio regnano incontrollati; dalla tradizionale saracinesca selvaggia alla più innovativa giungla subtropicale che prospera incontrastata sui cantieri abbandonati della Darsena.

C’era solo l’imbarazzo della scelta (e dello squallore); ma il sindaco ancora una volta ha sorpreso tutti, scegliendo come fiore all’occhiello dell’amministrazione un altro luogo simbolo. Via Montenapoleone, il non plus ultra dello shopping e del lusso meneghini.

Non ci sarebbe arrivato nemmeno Sherlock Holmes. Ma la Moratti sì. Eccome. E ha commissionato all’architetto di grido Fabio Novembre un’installazione di grido per rendere via Montenapoleone ancora più di grido del solito. Venti vasi in candida vetroresina a forma di Fiat 500 dalle cui scocche emergono altrettanti alberi. Ulivi, aceri, lecci, ficus, che ombreggiano anche nel colmo dell’afa padana il passaggio di turisti russi e giapponesi, dei comuni cittadini (notoriamente chi vive in Montenapoleone passa le ferie in città) e delle automobili (perché l’isola pedonale è di là da venire).

C’est genial, come direbbero i francesi. Il culto della griffe è il totem di Milano capitale della moda, e bisogna riconoscere che un Ferragosto griffato Novembre non è niente male di per sé. Purtroppo, come tutti gli eventi griffati dai grandi del design e del fashion, l’installazione è a termine: questa mirabile intuizione che fonde verde e quattro ruote dovrebbe durare solo fino al 30 settembre. Giusto per festeggiare la ventilata soppressione dell’Ecopass.

Ma già ci si chiede se una metropoli di respiro europeo come Milano – vi si respira la più grande quantità di polveri sottili di tutta Europa – possa accontentarsi delle pur rispettabilissime 500. E non abbia invece diritto a qualcosa di più. E’ nota la venerazione che i milanesi riservano ai gipponi di grossa cilindrata. E allora, in vista delle festività natalizie la Moratti potrebbe contattare Novembre per fargli realizzare un enorme Suv nero metallizzato con incorporato abete luminescente. E se proprio volessimo fare le cose in grande, perché non accogliere i visitatori dell’Expo 2015 con un Tir itinerante da cui si innalza un baobab secolare? Pensiamoci.

Ma non corriamo troppo con le utopie. Restiamo coi piedi per terra (e la mascherina sul naso, visto che siamo pur sempre a Milano). Dopo questo primo passo delle automobili-fioriera, ci aspettiamo ulteriori interventi per rivitalizzare un’area a rischio degrado come il Quadrilatero della moda. Qualcosa non più legato al solo mese di agosto ma strutturale e definitivo. Come un solarium con vasca idromassaggio, un boschetto di papiri, un baldacchino gonfiabile sospeso a mezz’aria, delle ronde ad hoc, in uniforme di Dolce&Gabbana, e un servizio di posta pneumatica per i rifiuti, in grado di scaricare direttamente la spazzatura in periferia. Sarebbe un esempio perfetto di mimetismo urbano; le altre strade di Milano sono già così sporche che non se ne accorgerebbe nessuno.

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