Caro Luigi Di Maio, è ora di una vacanza (Venezuela o Cile fa lo stesso)

14 Settembre 2016

Pinochet non avrebbe sfigurato in Venezuela e pure Chavez in Cile se la sarebbe cavata bene. Il colore, il sapore e anche l’odore delle dittature sono disgrazie che accompagnano il potere e a Luigi Di Maio che ha scambiato un Paese con l’altro, temiamo purtroppo anche una storia con l’altra, non abbiamo consigli da offrire. Anzi già ci rallegriamo per non aver scaricato sul suo social media manager, l’assistente che posta su Facebook e Twitter i pensieri e le opere del Capo, la responsabilità dell’infortunio. Se Di Maio avesse conosciuto a fondo la personalità sanguinaria di Pinochet è certo che non l’avrebbe utilizzata come pietra di paragone con l’attualità psichedelica renziana. S’è fatto forse suggestionare dall’abbraccio americano al referendum, dalla presa di posizione dell’ambasciatore Usa. E qualcuno gli avrà ricordato le ripetute ingerenze della presidenza Nixon contro il governo socialista cileno di Salvador Allende, organizzando e finanziando il colpo di Stato militare che ne seguì, con Pinochet (oppure Pinoscè?) all’assalto della Moneda, il palazzo presidenziale di Santiago.

Gira storto per Luigi di questi tempi, e quando gira storto succede come con la birra: un sorso tira l’altro. Sette giorni fa ha dovuto spiegare di aver capito poco e male le mail di Virginia Raggi sulle indagini giudiziarie che riguardavano l’assessore all’Ambiente del Campidoglio, e dunque aver scambiato un qui per un quo. Ieri, maledetta fretta, ha dato al Cile il nome del Venezuela, portando il sud a nord, mischiando Santiago con Caracas, Pinochet con Chavez. Altro qui pro quo.

Gli proponiamo di prendere la palla al balzo e immaginare, magari con la sua compagna, un viaggio nell’America Latina simile a quello che ha fatto da ragazzo il suo compagno Alessandro Di Battista, un meraviglioso tour andino che parta da dove la Storia si fermò l’11 settembre 1973 per finire oltre la criniera montuosa, quando la piana apre l’orizzonte che conduce fin laggiù, fra i peggiori bar di Caracas. Un viaggio lungo e impegnativo, che avrebbe anche il pregio di sospingerlo oltre la rumorosa ma insignificante attualità e produrre volontariamente l’assenza, vendicarsi con l’improvviso vuoto fingendo di sparire.

Ti potrebbero interessare

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione