Austria

La presenza di organizzazioni mafiose è stata rilevata sin dagli anni Novanta: un rapporto della polizia di Linz del 1995, ripreso dalla stampa, avvertiva della pericolosità della mafia cinese e sulle sue attività di estorsione, riciclaggio di denaro sporco e traffico di esseri umani. Successivamente sono emerse anche attività legate a 'ndrangheta e camorra, dal gioco illegale alla vendita di prodotti contraffatti. Quest'ultimo filone ha coinvolto nel 2004 i clan camorristici Contini e Licciardi dell'Alleanza di Secondigliano, accusati di esportare prodotti industriali e capi di abbigliamento contraffatti anche a Vienna e nel Baden. Sul fronte del gioco illegale, nel 2015 una maxioperazione della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria ha portato al sequestro preventivo della società Uniq Group Buchmacher Gmbh con sede a Innsbruck, riconducibile secondo gli investigatori alla storica cosca reggina dei Tegano.

Nello stesso anno, ancora per ordine della Dda di Reggio Calabria, sono stati sequestrati beni per 21 milioni di euro riconducibili ad affiliati della cosca Pesce, riconosciuta come uno delle più potenti della 'ndrangheta: tra gli immobili a cui gli inquirenti hanno messo i sigilli, nel distretto di Baden, anche la villa di lusso di Claudio Lucia, accusato di essere il referente economico della cosca per conto della quale avrebbe investito a Milano e in Austria. Una residenza costata due milioni e mezzo di euro tra acquisto e ristrutturazione: tutto pagato in contanti, rilevano gli investigatori, senza fatture.

Nel 2015, l'inchiesta Aemilia sulla 'ndrangheta in Emilia-Romagna ha fatto emergere un sistema di fatture su attività inesistenti legate, secondo la Direzione distrettuale antimafia di Bologna, ad attività imprenditoriali del clan Grande Aracri, originario di Cutro in provincia di Crotone e trapiantato da tempo nella regione del Nord Italia. Oltre a 'ndrangheta e camorra, sono state rilevate anche associazioni criminali cecene. Nel 2016 la polizia federale austriaca ha arrestato sette persone. Il gruppo, secondo le accuse, operava a Vienna e Hohenems e ricavava profitti illeciti da estorsione, traffico d'armi e scommesse.

Mafie Unite d’Europa