Basta l’entusiasmo, l’organizzazione e il folklore della piccola piazza per meritarsi la Serie A? È la domanda a cui dovrà rispondere il Carpi, centro emiliano di 70mila abitanti in provincia di Modena (dove giocherà per tutta la stagione, vista l’inadeguatezza del Cabassi, l’impianto di casa) alla prima, storica apparizione nella massima serie. I biancorossi sono riusciti ad ottenere tre promozione negli ultimi cinque anni, scalando i gradini del calcio italiano grazie ad una struttura societaria esemplare e al lavoro del collettivo. Il salto fra i grandi, però, è altra storia. L’imbarcata a Genova al debutto dimostra come il sogno possa trasformarsi in un incubo, senza i giusti accorgimenti. La società ha scelto di confermare in blocco la rosa protagonista della promozione, puntellandola con tanti piccoli innesti: alcuni giovani di grande prospettiva che si sono un po’ persi negli ultimi anni (Matos, Gabriel Silva, Marrone), altri giocatori di esperienza che devono dimostrare di avere ancora qualcosa da dare al grande calcio (Spolli, Lazzari, Zaccardo). Allo scadere del mercato è arrivato anche Marco Borriello, il bomber di categoria inseguito per tutta l’estate e fondamentale per dare spessore al gruppo. Tutto ruota intorno ai suoi gol e alla consacrazione di Jerry Mbakogu, attaccante nigeriano autore di 15 reti l’anno scorso in Serie B. Gli schemi di Castori (con linea dietro a 4 o a 5 che sia) prevedono tanta difesa, grinta e contropiede. Ritrovarsi a maggio a giocarsi la salvezza sarebbe un trionfo. Ma ogni campionato ha una sua favola, e chissà che quella di quest’anno non possa essere il Carpi. (di L.V.)