Fabio Picchi, padre fondatore del Cibrèo, ha fatto del recupero della tradizione una delle peculiarità della sua cucina. In questo libro, che è insieme una brillante autobiografia e un vero e proprio manifesto culinario, l’autore ci insegna come evitare gli sprechi in cucina. Sano principio di economia, l’utilizzo degli avanzi offre a Picchi l’occasione per esporre la sua personalissima visione del cibo: vita vissuta, ponte emotivo con gli altri, momento di condivisione e distensione. Ma non solo. L’economia in cucina alimenta anche la virtù, e così Picchi organizza la sua esposizione in sette capitoli, ciascuno dedicato a uno dei sette peccati capitali. Possiamo allora vincere l’Accidia preparando la polenta nelle sue mille varianti e non farci tentare dall’Avarizia grazie alla pasta e fagioli, uno dei culti del Picchi bambino. Il panino col salame diventa la cartina di tornasole per capire se il nostro nuovo amore avrà un futuro, mentre la preparazione della fiorentina ci farà comprendere la saggezza che si cela dietro a gesti apparentemente primitivi. Gli esorcismi contro l’Invidia passano attraverso la preparazione di piatti semplici come il risotto alla fiorentina o la pasta saltata, e la medicina migliore contro l’Ira sarà uno squisito purè di patate. Ultimo il peccato di Gola, che l’autore ammette di avere commesso e che riesce a espiare grazie alla sua professione.

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