Perché chiamiamo “democrazia” un paese in cui il governo è stato eletto dal 20% degli elettori? Perché dopo ogni “riforma” stiamo peggio di prima? Come può un muro di cemento alto otto metri e lungo centinaia di chilometri diventare un “recinto difensivo”? Le torture di Abu Ghraib e Guantanamo sono “abusi”, “pressioni fisiche moderate” o “tecniche di interrogatorio rafforzate”? Cosa trasforma un mercenario in “manager della sicurezza”? Perché nei telegiornali i Territori occupati diventano “Territori”? Rispondere a queste domande significa occuparsi di un grande protagonista del discorso pubblico contemporaneo: la menzogna. Se un tempo le verità inconfessabili del potere erano coperte dal silenzio e dal segreto, oggi la guerra alla verità è combattuta e vinta sul terreno della parola e delle immagini. Questo libro ci spiega come funziona e a cosa serve l’odierna fabbrica del falso.