È la squadra da battere. Non può essere altrimenti, dopo i quattro titoli consecutivi. Ma la Juventus è ancora la più forte del campionato, irraggiungibile per tutti come lo è stata negli ultimi anni? La cabala e il mercato fanno venire qualche dubbio. Nessuno in Italia ha mai vinto cinque scudetti di fila sul campo in epoca moderna (solo l'Inter ma con Calciopoli; poi bisogna tornare indietro al Grande Torino degli Anni Cinquanta). Non fosse che per la statistica sarà difficile confermarsi per i bianconeri. Poi ci si è messo il calciomercato: l'addio preventivato di Pirlo, la fuga di Tevez, la cessione di Vidal. Più che tecnico, il problema forse è mentale: la squadra ha perso in un sol colpo l'ossatura su cui erano stati costruiti i successi recenti, e anche i leader più carismatici nello spogliatoio. Marotta sapeva quanto sarebbe stato complesso sostituirli e ha ragionato in prospettiva: Neto, Rugani, Zaza e Dybala (soprattutto quest'ultimo sembra già pronto) garantiscono un grande futuro. Nell'immediato c'è qualche incertezza in più: Alex Sandro è tutto da scoprire, Mandzukic porta gol ma non è un fuoriclasse, Khedira (subito infortunato) rischia di essere un errore. Per questo all'ultimo giorno è arrivato Hernanes dall'Inter, la pedina ideale per permettere ad Allegri di riproporre il suo 4-3-1-2, che rischiava di perdersi nelle vicende di mercato. Comunque non il top player che aspettavano i tifosi e avrebbe dato un senso diverso a tutta l'estate bianconera. La variabile in grado di fare la differenza può essere Cuadrado: il colombiano scaricato dal Chelsea ha i numeri del campione, al tecnico toscano il compito di trovargli una collocazione. La Juventus, in ogni caso, resta la squadra più solida in difesa, più abituata a vincere, con più soluzioni tattiche (dalla difesa a tre al tridente in attacco). Mai come quest'anno, però, le rivali sembrano vicine. (di L.V.)