È l’anno della rivoluzione del “Mancio”. Dopo la prima stagione tra pochi alti e tanti bassi, Roberto Mancini ha avuto carta bianca sul mercato e la squadra che voleva per riportare i nerazzurri al vertice del campionato. In estate sono arrivati quegli “8-9 acquisti” di cui il tecnico jesino aveva parlato a maggio e che cambiano il volto della squadra. Miranda e Murillo sono un mix perfetto di esperienza e gioventù, esplosività e marcatura, che dovrebbero finalmente cancellare le troppe amnesie difensive e reti subiti degli ultimi anni. Kondogbia (pagato a peso d’oro) è la stella del centrocampo che spera di trovare in Felipe Melo il “volante” che gli serve. Davanti, tris d’assi dell’est per rifornire ed affiancare Icardi: Perisic, Jovetic e Ljaic, garantiscono fantasia, gol e persino quantità. Resta da capire se e come Mancini riuscirà a trasformare questo splendido mercato in una squadra vera. Il precampionato è stato pessimo, l’inizio di campionato ottimo (almeno sul piano dei risultati, non del gioco). Fin qui, però, l’Inter aveva sempre giocato col 4-3-1-2: e negli ultimi giorni dell’estate ha ceduto tutti e tre i giocatori (Shaqiri, Kovacic e Hernanes) che potevano fare il trequartista. Bisognerà cambiare, virare sul 4-3-3 spostando il gioco sulle fasce (ora gli esterni ci sono, anche in abbondanza); o puntare addirittura su un iper-offensivo 4-2-3-1. Di certo, Mancini e i nerazzurri non possono più sbagliare. Dopo la campagna acquisti e l’avvio positivo di stagione a Milano si riparla di scudetto. Il ritorno in Champions League è l’obiettivo minimo. In caso di fallimento, la delusione e il contraccolpo (anche economico) sarebbero enormi. (di L.V.)