La soddisfazione del Pd, una nemesi per il Pdl (battuto quasi in tutta Italia), l’ammissione della sconfitta per la Lega. Dopo le prime proiezioni e già molti risultati acquisiti da destra a sinistra arrivano commenti, riflessioni e anche la prima polemica. Il Partito Democratico, ignorando il “boom” dei candidato del Movimento 5 Stelle a Parma, fa sapere che il centrosinistra ha trionfato, vincendo a Genova, Piacenza, Alessandria e Lucca.  “Il centrosinistra vince ovunque, in tutto il Paese”, commenta Davide Zoggia, responsabile Enti locali. “I dati che ci arrivano segnano in alcuni casi delle vittorie storiche come a Monza, Como, oltre a Genova, Piacenza, Alessandria, Lucca, Rieti dove siamo avanti, Garbagnate, a Legnano”, spiega. “Siamo avanti a Isernia, avanti a Trani e ovviamente i dati ci dicono che molte città che erano governate dal centrodestra cambieranno governo e sono Alessandria, Monza, Como, Asti e Lucca”, assicura ancora Zoggia. Quanto a Parma, “qualcosa è successo ed è che una parte dei voti del centrodestra sono andati al candidato del Movimento 5 Stelle”. Grillo, intanto, festeggia on line e incita i suoi uomini su Twitter e Facebook. Nel centrodestra si fa ammenda, si chiede il cambiamento e anche un nuovo nome al Pdl come fa Alemanno. 

Pd e centrosinistra

Il segretario del Pd parla di risultati “incredibili, straordinari”. Pierluigi Bersani: “Abbiamo vinto, nessuno ci rubi la vittoria” e sottolinea “il ribaltamento” rispetto alle amministrazioni di centrodestra in Lombardia e in Brianza in particolare, Toscana, “nel circondario di Napoli”. L’ex ministro tiene a precisare anche che “ci sono città dove non abbiamo vinto” riferendosi chiaramente a Parmae Comacchio, ma “non è che abbiamo perso. Lì c’è stato il centrodestra per dieci anni”. E poi “non è vero che con Grillo perdiamo sempre, ci sono Garbagnate e Budrio. Ho sentito La Russa compiaciuto perché a Parma hanno votato Grillo e so che Grillo pone domande a cui rispondere ma non è corretto interpretare il voto amministrativo solo in questa chiave”. 

Per Bersani “la destra non ha più la possibilità di rispondere alle richieste dell’elettorato. Certamente c’è da preoccuparsi per l’astensione, ma credo non sia giusto lanciare un segnale di disaffezione radicale. Queste percentuali ci fanno assomigliare purtroppo per noi al ribasso alle medie europee.  C’è molto sbandamento e richiesta di novità- prosegue –  e tocca a noi interpretare un cambiamento credibile che metta le novità in una prospettiva di governo. C’è in giro scoramento, ma ci sono anche le risorse per riprendere la strada” continua Bersani che mette al primo posto “il lavoro”.

Parla di confusione proprio rispetto al risultato in Emilia-Romagna l’ex ministro della Salute Rosy Bindi: “Io rispetto sempre gli elettori per cui auguro al sindaco di Parma di fare benissimo, ma se il centrodestra va a votare per Grillo qui c’è la confusione massima. Nessuno mi dica che questo è il cambiamento”.  “L’analisi del voto su Parma deve tenere conto del fatto che non si tratta di una città qualunque, ma un capoluogo dove ha sempre vinto il centrodestra, mentre il centrosinistra è sempre stato all’opposizione” argomenta il vicesegretario del Pd Enrico Letta: “Vuol dire che l’elettorato del centrodestra ha preferito il candidato grillino ed è una scelta che deve far riflettere non solo noi ma soprattutto il centrodestra che non è andato nemmeno al ballottaggio”. 

“La foto di Vasto non è sufficiente a raccontare cosa sta succedendo in Italia, bisogna fare appello alle forze della società e né Grillo né l’Udc rappresentano per noi una prospettiva di centrosinistra credibile” dice Gennaro Migliore di Sel. “Quello che sta emergendo è’ un’affermazione larghissima del centrosinistra, dove le proposte politiche sono molto chiare e che fanno ricorso all’appello al civismo. Grillo invece riesce a sfondare dove il centrosinistra puo’ apparire la proposta politica legata al vecchio quadro e assetto di potere. Dove invece c’è stata la capacità di rivolgersi direttamente ai cittadini, ad esempio Genova, Grillo non ha sfondato”. 

Pdl e centrodestra

Il centro destra fa segnare un record memorabile perdendo 60 comuni. “Riteniamo che gli elettori di centrodestra restino ampiamente maggioritari nel Paese. Sono chiari due fatti: questi elettori non hanno scelto e non sceglieranno la sinistra e questa volta hanno massicciamente scelto l’astensione. Il loro messaggio e fortissimo: chiedono una nuova offerta politica. Siamo determinati a offrirla a loro e al Paese” dice il segretario del Pdl Angelino Alfano commentando in una nota i risultati dei ballottaggi. Gianni Alemanno, sindaco di Roma e rappresentante del Pdl, fa ammenda: “I due schieramenti principali stanno andando avanti per forza d’inerzia dopo la caduta del governo Berlusconi. C’è bisogno di una catarsi profonda. La sinistra è rimasta antiberlusconiana e non si è ancora interrogata sulle sue capacità di costruire un’alternativa mentre il Pdl sta rinviando la riflessione sul suo futuro. Alfano ha finito la luna di miele e adesso bisognerà convocare un congresso e magari cambiare nome al partito. L’obiettivo del Pdl dev’essere il ricambio della classe dirigente. Bisogna fare un partito nuovo e farlo per davvero. Alfano – insiste Alemanno – deve indire subito un congresso e dare spazio ai giovani come lui. Per quanto riguarda il programma politico non si deve sicuramente fare lo sgambetto a Monti, ma neanche accettare passivamente che questo sia il governo delle tasse per eccellenza. Nel futuro vedo un’aggregazione di forze diverse che rinnoverà la politica e il Pdl deve rinnovarsi per non rimanerne escluso”. Per il vicepresidente Pdl della Camera, Maurizio Lupi, “fare questa lettura del voto di Parma mi sembra assolutamente riduttivo. Abbiamo governato la città per 5 anni e siamo andati a casa perché abbiamo governato male, che altre giustificazioni possono esserci? Grillo rappresenta la novità di cambiamento e su Parma ha giocato la sua scommessa”. 

“Grillo è un populista” e sta raccogliendo i frutti di “troppi anni di promesse non mantenute da parte di una politica che è stata fatta solo con gli slogan – dice il leader dell’Udc Lorenzo Cesa. Non scegliamo né la destra né la sinistra. C’è da ricostruire un centro di moderati, noi lo stiamo facendo. A noi oggi non interessa né il rapporto con il Pd, né il rapporto con il Pdl”. “Ci interessa – sottolinea Cesa – un contenitore che vada oltre l’Udc e non sia un’aggregazione di sigle”. Il senatore del Pdl Sandro Bondi, ex ministro, parla di scelte: “La mia opinione personale è che, anche sulla base dei dati di questo secondo turno di elezioni amministrative, le maggiori forze politiche del Paese, compreso naturalmente il Pdl, siano poste di fronte ad una scelta non rinviabile: o si sceglie senza riserve una collaborazione che preveda un accordo sulle materie europee e sulle riforme istituzionali, oppure sarà inevitabile e necessario che ciascuna forza politica riprenda la propria autonomia e la propria identità politica”.  “Se qualcuno si aspettava non una sconfitta quanto a sindaci Pdl sarebbe andato contro la realtà e noi invece – dice il coordinatore Pdl Ignazio La Russa – eravamo abbastanza consapevoli che sarebbe accaduto visto che sull’altare, per molti giustificatissimo, del sostegno a Monti abbiamo sacrificato alleanze”. 

L’ex ministro della Repubblica Mariastella Gelmini, ex responsabile dell’Istruzione per il Pdl, alla domanda se esista una somiglianza tra il comico genovese e l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi risponde: “In parte sì anche se nella sua discesa in campo nel 1994 con Forza Italia Berlusconi si riconosceva per il programma liberale”, anche Grillo come il Cavaliere “è capace di intercettare i malesseri della gente” attraverso “il dialogo e confronto con i cittadini”. Una riflessione che proprio alla rappresentante del centrosinistra non va giù: “Se anche la Gelmini, che si chiama Mariastella, avrebbe fatto la sesta stella del Movimento 5 Stelle di Grillo pur di non votare per un candidato del centrosinistra, di che cosa stiamo parlando?” ironizza Bindi. 

La Lega

Disincantato il parere della Lega: ”Gli elettori hanno sempre ragione. Sono contento che qualcuno possa dimostrare cosa sanno fare davvero. Auguri di buon lavoro, ora lo aspettiamo alla prova dei fatti” dice l’europarlamentare del Carroccio Matteo Salvini. Una “campagna elettorale difficile e complicata. La Lega fa tesoro degli errori commessi; ripartiamo da domani lavorando di più al nord e nei comuni riconquistando la fiducia di chi non è andato a votare”. Sportivo anche il commento del segretario in pectore della Lega Nord Roberto Maroni che a proposito del Movimento Cinque Stelle dice: “Sono i veri vincitori” e a proposito dei deludenti risultati per il suo partito si lamenta: “Gli avvisi di garanzia non ci hanno certo aiutato. Abbiamo visto i risultati delle amministrative e dei ballottaggi – ha spiegato il triumviro – e non sono stati positivi: abbiamo pagato un prezzo altissimo alle vicende che hanno coinvolto la Lega dal punto di vista mediatico e da quello giudiziario”. Maroni come sempre non ha gridato al complotto, ma si è limitato ad osservare che “certe paginate dei giornali ci hanno danneggiato”, certe storie di “paghette e lauree giustamente hanno fatto arrabbiare gli elettori verso Lega”. L’ex ministro dell’Interno incassa il colpo della debacle leghista: “Registriamo questa sconfitta, mavoglio dire che oggi si conclude la nostra traversata nel deserto, con la stagione dei congressi si apre una fase nuova che vedrà la Lega tornare protagonista”. Il triumviro della Lega ha aggiunto che “le condizioni che permetteranno alla Lega” di tornare protagonista sono “un ricambio generazionale forte ai vertici e un rinnovamento profondo” per dare risposta alla questione settentrionale.

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