Riduzione temporanea e stop agli addestramenti del contingente italiano in Iraq. La decisione, comunicata dal ministero della Difesa, arriva in conseguenza dell’emergenza coronavirus che ha raggiunto anche il Paese mediorientale. Così, 200 degli 800 militari tricolore di stanza in Iraq torneranno a casa, con i restanti 600 che rimarranno distribuiti tra Erbil, nel Kurdistan iracheno, Baghdad e Kuwait.

In seguito all’emergenza Covid-19, fa sapere la Difesa, “la Nato e il Comando multinazionale responsabile delle operazioni in Iraq hanno dato disposizione ai vari comandi nei teatri operativi di sospendere momentaneamente le attività addestrative, garantendo comunque le capacità essenziali”. Di conseguenza, lo Stato Maggiore della Difesa, “a tutela della salvaguardia della salute dei propri militari e per evitare eventuali contagi che limiterebbero l’efficacia delle missioni in corso, sta coordinando e pianificando attraverso il Comando Operativo di Vertice Interforze, il rientro temporaneo di alcuni dei militari italiani impegnati nelle operazioni in Iraq Inerehent Resolve e Nato Training Mission che si occupano prevalentemente dell’addestramento delle forze irachene, mantenendo però in teatro gli assetti essenziali per la lotta al terrorismo e per la sicurezza del popolo iracheno”.

Una decisione che segue una richiesta avanzata in una nota dai Senatori M5s della commissione Esteri in cui si leggeva: “Nei giorni scorsi il comando della Coalizione militare a guida americana in Iraq ha sospeso tutte le attività di addestramento delle forze armate locali, disponendo il rimpatrio dei contingenti coinvolti in queste attività. Gran Bretagna, Francia, Spagna, Repubblica Ceca e altri hanno già avviato o annunciato il ritiro delle loro truppe. Nel Paese ci sono quasi mille militari italiani, riportiamo a casa anche loro”.

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