Un mese. Tanto ci ha impiegato il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti per scegliere il nuovo presidente dell’Agenzia spaziale italiana all’interno della cinquina proposta dal comitato di esperti nominato dal governo. Il successore del commissario Piero Benvenuti alla guida dell’Asi sarà l’ingegnere Giorgio Saccoccia. Manca solo l’ufficializzazione, ma secondo quanto risulta a ilfattoquotidiano.it la firma sul decreto di nomina arriverà nelle prossime ore. Nato l’11 gennaio 1963 a Belluno, una laurea in ingegneria aerospaziale a Pisa e un master in business administration in Olanda, Giorgio Saccoccia è attualmente a capo del settore propulsione spaziale dell’Estec, il Centro europeo per la ricerca e la tecnologia spaziale: si tratta del principale centro di ricerca e sviluppo dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) per i veicoli spaziali e per la tecnologia spaziale in genere. Tradotto: una pietra miliare della scienza a livello mondiale.

Capacità scientifiche e manageriali, insomma: esattamente quello che chiedevano i nuovi requisiti fatti inserire dal governo Lega-M5s nel bando per la candidatura alla poltrona che fino al 6 novembre scorso è stata di Roberto Battiston. A cui, vale la pena sottolinearlo, Saccoccia è considerato vicino, non solo per posizioni scientifiche. Il particolare non è di poco conto. Perché se è vero, come è vero, che il governo ha voluto fortemente alla guida dell’Asi un presidente con capacità manageriali, è innegabile che la cinquina di nomi proposta dal comitato di esperti (coordinato da Amalia Ercoli Finzi e composto da Alessandra Rotundi, Ezio Bussoletti, Andrea Maltoni e Mauro Ferrari) non ha fatto fare i salti di gioia a chi lo aveva nominato.

Tra forti tensioni interne e diversità di vedute, i cinque hanno inviato sul tavolo del titolare del Miur una lista con nessun nome chiaramente assimilabile alla Lega (che nel governo per quanto riguarda le questioni spaziali è nettamente predominante rispetto al M5s) e con più della metà dei prescelti considerati vicini (o molto vicini) al Partito democratico o al tanto odiato Battiston. Il commento migliore è stato di un esponente di spicco del Carroccio, che a ilfattoquotidiano.it ha ammesso che quella autonomia della scienza per cui il governo è stato molto criticato, alla fine ha partorito una rosa di nomi davvero poco leghista.

Questa circostanza, inoltre, spiegherebbe i circa 30 giorni di tempo (il lavoro della commissione di esperti è finito il 19 febbraio scorso) che il ministro Bussetti si è preso per decidere. Alla fine la scelta è caduta su Giorgio Saccoccia, personalità di alto livello, nonché manager e scienziato molto considerato non solo a livello internazionale ma anche in Italia, dove può vantare rapporti solidi (di stima professionale, s’intende) con importanti gruppi industriali leader nel settore dello spazio. Che nelle prossime ore, dopo la fine del commissariamento Benvenuti-Cinque, è finalmente uscito dall’impasse. Sempre che il Tar non faccia saltare il banco, giudicando vincente il ricorso dell’ex presidente Battiston contro la sua estromissione dall’Asi. L’udienza decisiva si è tenuta il martedì 19 marzo, la sentenza sarà pubblicata entro 45 giorni. E se Battiston dovesse perdere, di certo potrà consolarsi: a guidare l’Agenzia spaziale c’è un amico.

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