Erano più di trent’anni che all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma non si faceva un intervento così: due gemelle siamesi di 17 mesi, unite per l’addome e il torace, sono state separate lo scorso 7 ottobre. L’operazione è durata 10 ore e ha impiegato 40 persone: 5 équipe si sono alternate in sala operatoria per quello che è stato uno dei pochissimi casi di separazione effettuati in ItaliaRayenne e Djihene, così si chiamano le due sorelline siamesi arrivate apposta dall’Algeria, ora stanno bene e i genitori hanno ringraziato Papa Francesco, che si era mobilitato in prima persona per l’intervento. “Ringraziamo di cuore il Pontefice per la grande opportunità che ci ha dato per le nostre bambine. Dio è comunque uno. Non esiste – ha detto la madre a margine della conferenza stampa – una questione di religione. Quando si parla di umanità, non c’è differenza tra le religioni”.

Questo è il secondo caso di separazione di gemelli siamesi nell’Ospedale Bambino Gesù di Roma: l’unico altro intervento di questo tipo risale all’inizio degli anni ’80, più di 30 anni fa, e fu eseguito su due gemellini maschi. Grazie ad una speciale procedura i medici sono riusciti a dimezzare la durata dell’operazione: dalle 18-20 ore solite si è riusciti a concludere in 10 ore, riducendo così il tempo di esposizione delle bambine all’anestesia. Un’operazione eseguita con tecniche all’avanguardia: gli organi sono stati stampati in 3D, preparati con Tac e risonanze tridimensionali. Strumenti di ultimissima generazione, utilizzati dai chirurghi dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù per studiare il caso clinico e per pianificare l’intervento di separazione delle due gemelline. Durante la fase di indagine, la struttura, gli organi, la rete vascolare e le dimensioni delle gemelline sono state “replicate” in ogni dettaglio. La preparazione all’intervento di separazione è durata quasi un anno: 11 mesi per consentire all’organismo delle gemelle di sostenere un’operazione chirurgica così complessa e aggressiva. Una seconda operazione simile è in programma per la prossima settimana.

Un ringraziamento al Pontefice è arrivato anche dal professor Alessandro Inserra, direttore del Dipartimento chirurgico e responsabile dell’intervento: “Voglio rivolgere un grazie a papà Francesco – ha detto – e questo non è un errore ma ho usato questo termine volutamente, perché il Pontefice ci consente di lavorare in un ambiente che è più come una famiglia che un istituto accademico quale siamo”. Inserra ha anche ringraziato i genitori delle gemelle perché, ha sottolineato, “ci hanno dato fiducia”. La “componente umana – ha detto – viene sicuramente prima di qualsiasi attività clinica. Per me l’emozione più grande è stata vedere le due bambine sorridere dopo l’operazione ed i loro genitori felici”.

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