Torino. Oggi è il 23 ottobre, pomeriggio, 28° la temperatura dell’aria. Sono davanti al computer e ho nelle narici l’odore, o meglio la puzza, della morte. È la morte della Val Susa, delle sue piante, dei suoi animali. La Val Susa, dove da inizio anno sono caduti la metà dei millimetri di pioggia medi: 400 contro 800. I Torinesi auspicavano il vento per scacciare per qualche giorno l’inquinamento che loro producono e che li fa morire, perché è sempre più evidente che di inquinamento si muore. Ebbene il vento è arrivato: è il fohn, il favonio dei latini, forte, fortissimo, e i piromani si sono scatenati. E i boschi muoiono.

Così, da una parte si attenua l’inquinamento che gli uomini producono, dall’altro, bruciando ettari ed ettari di boschi, aumenta la CO2, e perciò l’inquinamento. Sembra di essere in guerra. Quella che Barry Commoner definì “la terza guerra mondiale, quella contro la natura”.

Ma un po’ sembra di essere anche in un mondo di pazzi, perché l’arrivo momentaneo del vento ha indotto la giunta torinese a togliere il blocco alla circolazione dei diesel. Così aumenterà di nuovo l’inquinamento in città. Intanto in alta valle continuano i lavori per realizzare la Torino-Lione, lavori che seccheranno enne sorgenti del massiccio d’Ambin, così come già capitò con la diga di Pont Ventoux. Ed a Bardonecchia si preparano per la stagione invernale, cioè a sparare neve finta, senza la quale quasi tutte le stazioni inverali sarebbero già fallite.

Ma se continueranno le temperature anomale, che anomale non sono ormai più, di sparare se lo potranno scordare. In fondo, nulla di nuovo, l’uomo è così, un essere stupido ed ingombrante su questa Terra.

Articolo Precedente

Mario Molinari, la polizia arriva di notte. Ma solo per i giornalisti

next