Continua ad allargarsi il fronte populista in Europa. Le elezioni in Repubblica Ceca premiano Andrej Babis, miliardario e populista, fondatore del movimento politico euroscettico di centro-destra Ano 2011. Una vittoria netta quella di Babis, 63 anni e secondo uomo più ricco del Paese: secondo le prime proiezioni, con il 31,5% dei voti il suo partito conquista 81 deputati nel Parlamento su un totale di 200 saggi. Come previsto dai sondaggi prima del voto c’è stato il crollo dei socialdemocratici; il partito di governo ha perso quasi 12 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2013. A trarne vantaggio il partito della libertà e della democrazia diretta (Spd), movimento xenofobo che con l’11,3% si piazza al secondo posto. Terzi i civici democratici (Ods) di centrodestra con il 10,9%, seguiti dai Pirati con il 9,8% e dai comunisti non riformati (Kscm) con l’8,9%. I socialdemocratici arrivano al 7,9%, con il ministro dell’interno Milan Chovanec che ha già annunciato che il suo partito finirà all’opposizione.

Personaggio molto discusso in Patria, il leader di Ano si è conquistato il soprannome di “Babisconi” per il percorso imprenditoriale molto simile a quello dell’ex presidente del consiglio italiano. Con la sua vittoria aumentano i falchi all’interno dell’Unione europea e ne esce rafforzato il gruppo di Visegard, composto da Slovacchia, Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca. Il neopresidente, ex ministro delle Finanze, si è già espresso contro l’euro e contro il piano di ricollocamento dei migranti.

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