“Dopo ventitré anni di onorata presenza, dopo nove mesi (una gestazione) di spericolato rilancio, Tempi si sveste del suo abito cartaceo e trasloca online“. Così, nell’editoriale dell’ultimo numero in edicola, il direttore Alessandro Giuli annuncia che da ora in poi la rivista cattolica sarà solo un portale web. “Ragioni economiche, anzitutto, inducono a una scelta a modo suo traumatica ma obbligata”, spiega Giuli.

“Il settimanale doveva viaggiare con le proprie gambe in termini di vendite, abbonamenti e fatturato pubblicitario, è stato fatto il possibile, anzi l’impossibile: non è bastato. In una logica rigorosa di libero mercato, in assenza di sovvenzioni pubbliche o di mecenatismi rinascimentali, è doveroso fare un passo indietro. A volte si retrocede per ritirarsi in buon ordine, nell’attesa di una nuova sortita incoraggiata da migliori condizioni ambientali. Altre volte, addirittura, s’indietreggia di parecchi metri per poter spiccare un triplo salto in avanti. Non so ancora quale sia il caso nostro”.

“Sono sicuro che Tempi sopravvivrà alle proprie incertezze, ai direttori e ai manutentori, agli adempienti e agli inadempienti d’ogni ordine e grado. La via c’è, per chi vuole percorrerla”, conclude il direttore.

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