Una giovane donna si aggira per Roma con una bambina per mano: sua figlia. Ai passanti fa una richiesta insolita: badare alla piccola il tempo necessario per permetterle di sostenere un colloquio di lavoro. “Sono disoccupata da un anno”, spiega. “Se dico che sono mamma ho paura che non mi diano il posto”. Sguardi perplessi, frasi di circostanza (“Dobbiamo proprio scappare…”); qualche rimprovero (“Però, pure tu, puoi chiedere a uno sconosciuto certe cose?”). Ma qualcuno ascolta, reagisce. Accetta senza pensarci. Una ragazza in shorts, una mamma dall’accento britannico con bebè in carrozzina, un signore avanti con gli anni che si improvvisa nonno: “Se no che mi chiamo a fare Angelo?!” Dimostrando che può essere sufficiente una mano tesa, un segno di fiducia, per consentire a una donna in difficoltà di trovare la forza per rimettersi in gioco.

È il provocatorio contenuto dell’esperimento sociale lanciato dalla Fondazione L’Albero della Vita, che da 20 anni si occupa di bambini e madri in condizioni difficili, in occasione della Giornata Internazionale contro la povertà. Il titolo della campagna è eloquente ed ermetico al tempo stesso: #iodonofiducia. Significa che per combattere la povertà non basta provvedere ai bisogni materiali. Si deve restituire fiducia alle persone nelle proprie risorse, ma anche nel rapporto con gli altri: la collettività.

La campagna di Albero della Vita quest’anno ha scelto come protagonista una mamma perché “la figura materna ha un ruolo centrale nella crescita dei figli”, sottolinea il presidente della Fondazione Ivano Abbruzzi. “Nel 90% dei nostri interventi gli interlocutori sono madri, e sono sempre loro il motore di ripartenza per una famiglia in difficoltà”. Secondo gli ultimi dati Istat, nel 2016 erano 2.457.956 le donne italiane in povertà assoluta, il 7,9% dell’intera popolazione femminile e, dato ancora più allarmante, in prevalenza giovani (il 23,6% tra i 18 e i 35 anni e il 17% tra i 36 e i 45). Il dramma della miseria in Italia riguarda un numero sempre maggiore di persone: 1 milione 619mila famiglie vivono in povertà assoluta. I più piccoli sono le prime vittime delle conseguenze: 1 su 8 (pari a 1.292.000 bambini) si trova nelle medesime condizioni dei genitori.

“Quando una mamma vive in una condizione di disagio i bambini sono i primi a soffrirne”, aggiunge Abbruzzi con riferimento alla campagna sociale. “Aiutare una mamma significa aiutare i bambini che vivono con lei”. Da quattro anni Albero della Vita sostiene le famiglie in difficoltà economica con il programma Varcare la Soglia, attivo a Milano, Genova, Roma, Catanzaro e Palermo. Quattro i campi di intervento: sostegno materiale, socio-educativo, rete di prossimità, orientamento alla formazione e inserimento lavorativo.

Articolo Precedente

Donne e lavoro, al via la certificazione di genere per le aziende: “Fa bene al business e ai consumi”

next
Articolo Successivo

Ius culturae, gli italiani senza cittadinanza sono una ricchezza. Soprattutto all’università

next