“Il nostro dolore non diventi strumento per crearne altro. Non vogliamo che diventi la bandiera di qualcuno per andare sui giornali a predicare odio e razzismo. Alcuni esponenti politici hanno tentato di strumentalizzare una vicenda tragica in una battaglia politica”. All’indomani dell’uccisione di Maurizio Gugliotta, 52 anni, di Settimo Torinese, accoltellato a morte domenica mattina dal 27enne nigeriano Khalid Be Greata nel mercato di libero scambio di via Carcano a Torino, le parole dei familiari della vittima spostano l’attenzione dalla polemica politica scoppiata subito dopo il fatto di cronaca alla denuncia di strumentalizzazione politica. L’unica certezza, al momento, è che dopo il fatto di cronaca il mercato resterà chiuso per due settimane. È quanto emerso durante la riunione del Comitato provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza convocato d’urgenza, questa mattina, dal prefetto Renato Saccone. La decisione ufficiale sarà comunicata nelle prossime ore, ma secondo quanto trapelato la scelta era in parte già stabilità prima dell’omicidio di ieri mattina. A prendere parte all’incontro odierno anche la sindaca Chiara Appendino, gli assessori Roberto Finardi e Marco Giusta, i vertici delle forze dell’ordine. Il Barattolo (questo il nome del mercatino) doveva già restare chiuso per il ponte dei Santi, ma dopo l’omicidio la mancata apertura sarà anticipata di una settimana in segno di lutto. Nel frattempo, l’intenzione sarebbe quella di accelerare sul percorso di legalizzazione già avviato dall’amministrazione comunale, con lo spostamento in un’unica sede di tutti i mercatini dell’usato per assicurare un maggiore controllo da parte delle forze dell’ordine.

La polemica politica – Tutti contro Appendino: “Incapace di garantire la sicurezza”
Dopo l’omicidio di Maurizio Gugliotta, del resto, la questione Barattolo è ritornata al centro dell’agenda politica cittadina, anche a causa delle forti polemiche da parte dell’opposizione. “Il Suk avrebbe dovuto avere regole chiare e spazi definiti, ma soprattutto contrastare l’abusivismo e l’illegalità. Obiettivo fallito, per questo ne chiediamo da subito l’immediata sospensione” aveva detto ieri il presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri (Pd). In tanti, da destra e da sinistra, in questi mesi avevano denunciato la situazione di quella che Patrizia Alessi, consigliera della Circoscrizione (FdI), definisce “terra di nessuno”. Oggi, se possibile, le accuse contro l’amministrazione comunale sono state ancora più dirette: “L’omicidio al Barattolo è un fatto gravissimo, ma altrettanto grave è l’indifferenza della sindaca Chiara Appendino e del M5S che non hanno assunto, al di là delle condoglianze di rito, ancora nessun provvedimento concreto. Per questo motivo ho presentato oggi una interrogazione al Ministro dell’Interno Marco Minniti perché intervenga per riportare l’ordine pubblico e la legalità in un mercato che rappresenta un luogo di pericolo per residenti, venditori ed visitatori” ha detto in una nota Silvia Fregolent, vicepresidente dei deputati Pd.

Che poi ha continuato: “In questi mesi, nonostante le ripetute segnalazioni del presidente della Circoscrizione 7 di Torino, dei comitati di quartiere e di alcune forze politiche, la giunta del M5S si è approvata il regolamento del Barattolo evitando ogni confronto con la popolazione ed i partiti di opposizione – ha aggiunto la Fregolent – Lo stesso assessore delegato Marco Giusta ha sempre definito il nuovo mercato come una ‘soluzione attesa e necessaria per contrastare abusivismo e illegalità e assicurare a operatrici e operatori un luogo idoneo allo svolgimento delle loro attività’. Non voglio parlare di tragedia annunciata – ha concluso – ma è evidente che oggi Torino sia governata da un manipolo di dilettanti autoreferenziali che con la loro incompetenza e la loro ambiguità istituzionale non garantiscono la legalità e mettono a rischio la stessa incolumità dei cittadini“. Sulla stessa linea d’onda anche Stefano Maullu, europarlamentare di Forza Italia: “Ancora una volta, la città di Torino ha dimostrato di essere afflitta da pesanti deficit in materia di sicurezza dopo il caos in piazza San Carlo e le occupazioni selvagge delle scorse settimane – ha detto Maullu – Il fatto che l’amministrazione non abbia deciso di potenziare le misure di sicurezza è certamente grave, soprattutto perché le problematiche di quell’area erano già state ampiamente sottolineate. Anche alcuni residenti – ha concluso l’esponente berlusconiano – avevano espresso i propri timori per la condizione d’insicurezza del mercatino, e il fatto che non siano stati minimamente ascoltati rappresenta di sicuro un’aggravante“.

Il fatto di cronaca – 52enne accoltellato al Barattolo
Maurizio Gugliotta, 52 anni, di Settimo Torinese, è morto domenica mattina per le conseguenze di una coltellata al collo inferta durante una lite da Khalid Be Greata, nigeriano di 27 anni, senza fissa dimora, ma con permesso di soggiorno in Italia. “Non un venditore”, hanno precisato i gestori del mercato. Per Gugliotta il ‘suk‘ era un appuntamento fisso. Ogni domenica mattina, di buon’ora, si recava a Torino, in via Carcano, alla ricerca di vecchie cartoline e giocattoli. Poco dopo le 7 di domenica è stato ammazzato. Khalid Be Greata, 27 anni, gli ha reciso la giugulare. Il giovane, sentito dal pm Gianfranco Colace, si è avvalso della facoltà di non rispondere. A parlare è invece l’amico di Maurizio, quello che era con lui a gironzolare tra i teli del mercatino e che è rimasto miracolosamente illeso dopo una coltellata attutita dallo spesso giubbotto che indossava. “È stata questione di secondi. Una breve discussione”. Forse Maurizio voleva passare dove il ragazzo stava esponendo la sua merce. “Il nigeriano l’ha sgozzato. Io sono stato salvato dalla mia giacca”. La vittima, 52 anni, originario di Catanzaro ed ex operaio di una ditta al confine tra Torino e Settimo, al suk era un habitué.

Mentre Khalid il permesso per vendere non ce l’aveva. “Noi abbiamo una mappa con tutti i 345 posti assegnati. Lui non l’abbiamo mai visto” hanno assicurato i responsabili di ViviBalon, l’associazione che gestisce l’area. “C’è un regolamento che facciamo rispettare. L’assassino non era tra i venditori. Non era registrato ed è impossibile che qualcuno non registrato venda”, hanno ribadito. Eppure Khalid, al suk, l’hanno visto tutti, molte volte. “Una morte annunciata” hanno detto in tanti. Subito dopo il delitto, nella zona recintata il mercatino è stato sospeso spontaneamente dai venditori e successivamente i residenti della zona hanno manifestato per protesta.

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