Polemica accesa a Otto e Mezzo (La7) tra il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e la vicepresidente della Regione Emilia Romagna, Elisabetta Gualmini (Pd), sul Rosatellum bis. L’esponente dem rivendica la necessità di questa legge elettorale: “Non sarà la migliore del mondo, ma senza quest’ultimo tentativo avremmo avuto instabilità. Visto che il referendum non è passato e non si è andati verso un’altra storia, i governi purtroppo si fanno dopo le elezioni“. Insorge Travaglio: “Non raccontate bugie. Il referendum ha bocciato la riforma costituzionale e non c’entra niente con la legge elettorale, cioè l’Italicum, che era incostituzionale e quindi fu bocciata dalla Corte Costituzionale. Quella legge era scritta coi piedi dagli stessi che ora ne hanno scritto un’altra coi piedi e che se la vedranno bocciare nella prossima legislatura. E così avremo un altro Parlamento illegittimo, che però per la continuità resterà in piedi”. Gualmini continua: “C’è un’altra cosa che dicono essere incostituzionale e che invece per la Corte Costituzionale è “costituzionabilissima”. I collegi piccoli dove metti le liste corte di nomi, da 2 a 4, sono esattamente un sistema para-proporzionale, che c’è anche in Spagna e in Germania.Non mi pare che altri Paesi europei siano dittature e abbiano un Parlamento di nominati. Detto poi da Di Maio che è stato scelto da Grillo…“. “Ma non c’è Di Maio qua, lei sta parlando con noi” – obietta Travaglio – “Parla di modello tedesco dove c’è il voto disgiunto che invece non c’è in questa legge elettorale. In Germania possono votare chi vogliono nel proporzionale e un altro nel maggioritario, se non gli piace la stessa lista. Perché parla di Germania se non c’entra niente?”. “Ho detto che in Germania ci sono i collegi piccoli con le liste piccole bloccate”, replica Gualmini. “Qui invece ci sono i nominati” – controbatte il direttore del Fatto – “voi segnate i nomi di quelli che volete far uscire e li fate uscire senza che il cittadino possa indicare chi vuole”. “Oggi in Italia non c’è il voto disgiunto nei Comuni con meno di 15mila abitanti“, risponde Gualmini. “Ma chi se ne importa dei Comuni sotto i 15mila abitanti?” – afferma Travaglio – “Stiamo parlando di elezione di parlamentari della Repubblica, non dei consiglieri comunali”. Vittorio Sgarbi ironizza: “Non voglio polemizzare, anche perché non è nella mia natura. Ma vedo che la Gualmini fa fatica a difendere una cosa a cui non crede neanche lei. La sua posizione si specchia in quella di Angelino Alfano“. “No, guarda”, protesta l’esponente del Pd. “Tu la pensi come Alfano” – ribadisce Sgarbi – “cioè la figura più mostruosa della politica degli ultimi 15 anni

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