“Hanno ucciso la nostra quarta figlia e hanno violentato mia moglie” durante i cinque anni prigionia in mano ai talebani. I primi dettagli sulla storia della famiglia Boyle, rapita nel 2012 in Afghanistan e tenuta in ostaggio fino a due giorni fa in Pakistan, arrivano già all’aeroporto di Toronto, in Canada, dove il canadese Joshua Boyle, 34 anni, e la moglie americana Caitlan Coleman, 31, insieme ai loro tre figli, sono atterrati nella notte.

“La stupidità e la cattiveria della rete Haqqani (il gruppo islamista molto vicino ai talebani attivo in Afghanistan e Pakistan che ha sequestrato la famiglia, ndr) di rapire un pellegrino e sua moglie incinta di vari mesi impegnata nell’assistenza di persone bisognose nelle regioni afghane controllate dai talebani è stata eclissata solo dalla stupidità e cattiveria di autorizzare l’uccisione della mia figlia femmina”, ha detto Boyle ai giornalisti in aeroporto. “Lo stupro di mia moglie – ha continuato il 34enne – non è stato il gesto di un singolo, ma un crimine commesso da una guardia con l’assistenza del capitano e la supervisione del comandante“.

È una storia complessa quella di Boyle e Coleman, in cui emerge l’avversione di lui nei confronti degli Stati Uniti. La coppia e i tre figli – liberati pochi giorni fa dall’esercito pachistano, che non ha diffuso i dettagli dell’operazione – sono atterrati in Canada dopo il rifiuto del 34enne di imbarcarsi su un volo per gli Stati Uniti. Il padre del canadese ha anche detto al New York Times che, dopo la liberazione, il figlio non ha voluto fare tappa alla base Usa di Bagram, in Afghanistan, dove gli americani erano stati accusati di abusare dei detenuti. L’atteggiamento critico nei confronti degli Stati Uniti è stato confermato anche dalle parole di Boyle ai giornalisti in aeroporto, pronunciate indicando il personale del Dipartimento di Stato Usa che ha scortato la famiglia durante il rientro. “I loro interessi non sono i miei interessi”, ha detto l’ex prigioniero, aggiungendo che “Dio ha dato a me e alla mia famiglia una ineguagliabile resilienza e determinazione e permettere che queste ristagnino per perseguire piaceri personali o comodità mentre c’è ancora nel mondo deliberata e organizzata ingiustizia sarebbe un tradimento di tutto ciò in cui credo, e l’equivalente di un sacrilegio“.

Descritto come un pacifista, molto interessato a Islam e terrorismo e in dissenso con la politica degli Stati Uniti in Medioriente, Boyle potrebbe non aver voluto toccare suolo americano anche per paura di essere incriminato di legami con Al Qaeda. Il 34enne, infatti, prima del matrimonio con Coleman, è stato sposato con la sorella maggiore di Omar Khadr, canadese arrestato dagli Usa in Afghanistan nel 2002 e detenuto per dieci anni a Guantanamo, accusato di essere stato affiliato al gruppo terroristico. La stessa sorella, Zaynab, si era espressa pubblicamente a sostegno del terrorismo ed era vicina a Osama Bin Laden. A causa di questi contatti il canadese era già sotto controllo da parte dell’intelligence americana.

Se controverso è il ritorno in patria della famiglia Boyle, controversa è anche la loro storia. Joshua e Caitlan sono stati rapiti dai miliziani di Haqqani nell’ottobre 2012, mentre erano in viaggio in Afghanistan. I due, sposatisi poco prima, dopo aver trascorso mesi nell’America centrale erano partiti per un giro in Russia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan, decidendo poi di allungare il tragitto anche in Afghanistan. La coppia è stata presa in ostaggio mentre si trova nella provincia di Wardak, a 40 chilometri al confine dal Pakistan, considerata una zona molto pericolosa per la presenza capillare dei talebani. Al momento del rapimento Caitlan era incinta di sette mesi. Durante un appello diffuso dai sequestratori nel dicembre 2016, in cui la coppia chiedeva ai rispettivi Paesi di negoziare la loro liberazione, la donna definiva i due bambini che comparivano nel video “sopravvissuti”. Solo oggi si scopre dal racconto di Joshua che i talebani hanno ucciso la quarta figlia della coppia, di cui nulla si sapeva, mentre la terza figlia ha appena 2 mesi.

 

 

 

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