Come prevedibile la prima udienza del processo per la morte di Stefano Cucchi è saltata. C’è stata la dichiarazione di astensione da parte del presidente della III Corte d’Assise di Roma e l’immediato rinvio del processo che vede imputati i carabinieri che lo arrestarono e che, per l’accusa, sono i responsabili di un pestaggio ai danni del giovane.

Sorte ha voluto però che il processo fosse affidato alla III Corte d’Assise, la stessa che per questi stessi fatti giudicò sei medici, tre infermieri e tre agenti della Penitenziaria; e che il dibattimento fosse affidato alla guida della dottoressa Evelina Canale, presidente di quello che fu il primo collegio giudicante. Ecco perché oggi è stata letta una ordinanza con la quale la stessa Canale ha dichiarato di astenersi, rimettendo il procedimento nelle mani del presidente del Tribunale di Roma per la nomina di un nuovo collegio giudicante. Il 20 ottobre prossimo la nuova udienza per conoscere le determinazioni dello stesso presidente del Tribunale.

Sotto processo ci sono i carabinieri Alessio Di Bernardo, Raffaele D’Alessandro e Francesco Tedesco, tutti accusati di omicidio preterintenzionale; in più c’è il maresciallo Roberto Mandolini, che risponderà di calunnia e falso, mentre lo stesso Tedesco, insieme con Vincenzo Nicolardi, di calunnia nei confronti dei tre agenti della Penitenziaria che furono processati per questa vicenda e poi assolti in maniera definitiva.

“È passato tanto tempo, abbiamo sprecato tante energie, ma stavolta ci siamo, siamo arrivati al momento della verità – ha commentato a fine udienza Ilaria, la sorella di Stefano -. La mia famiglia ha già dato fin troppo, abbiamo avuto tanta pazienza; ma ne abbiamo ancora. Aspettiamo l’inizio di questo processo che si sarebbe dovuto celebrare otto anni fa. Ma così non è stato a causa delle menzogne di coloro che oggi sono sul banco degli imputati. La sensazione che si prova è: quanto lontana era la verità di allora rispetto a quella di adesso!”.

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