In questi sei anni di collaborazione con ilfattoquotidiano.it spesso ho parlato di un caso senza soluzione: l’uso di un farmaco, il Lucentis, per via intravitreale nelle varie forme di degenerazione maculare. Già nel primo mio post ponevo il dubbio del perché curarne di meno pagando di più. Ricordo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità si è espressa inserendo il farmaco che costa molto meno, l’Avastin, fra i farmaci indispensabili.

Ricordo che nel Consiglio Superiore della Sanità (CSS), nominato dalla ministra della salute Lorenzin, c’è chi ha scoperto le due molecole, Napoleone Ferrara. Forse basterebbe chiedere a lui per non perdere, ormai da tanti anni, più di un milione di euro al giorno di soldi pubblici.

Ricordo che l’antitrust ha multato per 180 milioni di euro la Roche, che commercializza Avastin, e la Novartis, che commercializza Lucentis, per accordo di cartello. Il ricorso della Novartis, che è padrona del 33% di Roche, attende la sentenza della Corte di giustizia europea.

Proprio in attesa di questa sentenza, con un perfetto meccanismo ad orologeria, arriva la notizia che la Novartis chiede ad Aifa di mettere a disposizione “le schede di monitoraggio del farmaco della concorrente Roche per verificare l’elenco delle reazioni avverse per l’uso off-label del farmaco Avastin”. Ma come, la Novartis avendo diretti interessi in Roche non controlla i farmaci da questa commercializzati e le loro eventuali complicanze?

Insomma una storia infinita con dispendio di soldi pubblici, senza considerare il grande business di una patologia ancora oggi di difficile soluzione, che dopo sei anni non è stata ancora risolta.
Il presente governo, e la ministra Beatrice Lorenzin con il suo CSS, non sono riusciti a mettere la parola fine. Aspettiamo il prossimo governo, finalmente eletto dai cittadini italiani, che faccia chiarezza magari proprio chiedendo a Napoleone Ferrara lumi.

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