Il questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi lo aveva detto chiaramente a metà agosto, al termine dello sgombero parziale della baraccopoli di San Ferdinando che ospitava circa 500 migranti stagionali. “Le posizioni dei soggetti che hanno intralciato il volontario trasferimento dei migranti saranno attentamente valutate dal questore e dall’autorità giudiziaria. Non è consentito che si strumentalizzi una questione di questo tipo anche a fronte di illegalità che sono state riscontrate all’interno della tendopoli”.

Detto fatto: pochi giorni dopo a Roma la polizia di stato ha notificato un foglio di via a Veronica Padoan, figlia dell’attuale ministro dell’Economia. La donna non potrà recarsi nel comune di San Ferdinando così come non potranno farlo alcuni volontari della sua associazione “Campagne in lotta” che il giorno dello sgombero, il 18 agosto scorso, si erano presentati alla baraccopoli cercando di convincere i migranti a non ascoltare le richieste della prefettura che aveva allestito una nuova tendopoli a poche centinaia di metri dal ghetto in cui vivevano.

In quell’occasione, alcuni esponenti dell’associazione “Campagna in lotta” si erano rivolti ai giornalisti che stavano riprendendo la scena con frasi del tipo: “Siete servi del potere” e “Ve la fate con i poliziotti”. Oltre al foglio di via e al divieto di entrare nel territorio di San Ferdinando, il commissariato di Gioia Tauro guidato dal vicequestore aggiunto Diego Trotta ha denunciato la figlia del ministro alla Procura di Palmi che adesso dovrà valutare se nel comportamento di Veronica Padoan e degli altri attivisti di “Campagna in lotta” sia configurabile una ipotesi di reato.

Se così fosse, il procuratore Ottavio Sferlazza valuterà quando e come incardinare un fascicolo. Intanto, oggi è iniziato lo sgombero dei migranti che non si erano trasferiti nella nuova tendopoli.

Circa duecento sono stati spostati all’interno di un capannone industriale preso in affitto dalla prefettura. In attesa delle ruspe che avrebbero raso al suolo le baracche, invece, un centinaio di migranti non ha voluto abbandonare il luogo. Stamattina c’è stato un confronto tra i dirigenti della questura e stagionali, confronto che non ha portato a un accordo, ragion per cui la prefettura e le forze di polizia hanno sospeso la procedura di demolizione delle baracche – evitando di sgomberare con la forza – consentendo il trasferimento solo volontario.

Solo poche settimane e dalla Puglia e dalla Campania è previsto nella Piana di Gioia Tauro l’arrivo di un migliaio di migranti per la stagione della raccolta delle arance.

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