Bisogna “preparasi sin da ora a sollevare eccezioni di costituzionalità sulla legge elettorale che arriverà in aula il 10 ottobre”, dice Alfiero Grandi, vice presidente del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale nel corso del convengo sul tema della legge elettorale dopo il voto del 4 dicembre 2016 a cui hanno preso parte tra gli altri, i costituzionalisti Gustavo Zagrebelsky e Alessandro Pace.

Il Rosatellum 2.0 è “della serie: piccole limature dell’Italicum e del Porcellum”, dice il costituzionalista Massimo Villone. “Non è accettabile. Tutti i parlamentari o quasi tutti sarebbero nominati”. “Rosatellum, vinellum, sempre ubriacatura è”, chiosa Antonio Di Pietro. “Viene proposto perché quelli che stanno nella stanza dei bottoni si vogliono prendere i loro fedeli. E dopo le elezioni darà vita ad accordi contro natura”.

La questione più urgente “è ottenere l’armonizzazione tra le leggi elettorali per la Camera e per il Senato”, aggiunge Felice Besostri, Coordinatore degli avvocati Antitalikum, “armonizzazione che richiede in via prioritaria l’eliminazione del premio di maggioranza alla Camera con il 40% dei voti validi e la riduzione delle soglie d’accesso del Senato fissate all’8% e la 20% a fronte di un 3% alla Camera”.

“Rivendichiamo con forza il risultato del referendum del 4 dicembre”, dice ancora Grandi. “Troppi stanno cercando di farlo dimenticare”.

Articolo Precedente

Abusi edilizi, verso un binario morto il ddl Falanga sui criteri per le demolizioni. Bonelli (Verdi): “Archiviarlo per sempre”

next
Articolo Successivo

Mdp, Bersani a tutto campo: “Catalogna? Somma di errori. Referendum Lombardia e Veneto? E’ come votare Viva la mamma”

next