L’INTRUSA di Leonardo Di Costanzo. Con Raffaella Giordano, Valentina Vannino. Italia/Francia/Svizzera/Germania 2017. Durata: 95’. Voto 3,5/5 (AMP)

C’è un luogo incantato nella profonda periferia napoletana che non può passare inosservato. La Masseria è come un rifugio protetto, una placenta cromatica e felice ricavata fra le mura di caos e illegalità. Al suo interno governa la serenità di Giovanna, generosità fatta a donna, bella e vissuta, solo apparentemente impermeabile alle devastazioni esterne. Quotidianamente si prende cura dei bambini “a rischio” che ivi trovano ricreazione, una sorta di doposcuola fermo restando che la scuola la frequentino. Con lei animatori, tutti volontari, lavorano nella speranza che qualcosa ancora può cambiare, a partire dalle radici. Purtroppo anche ne La Masseria agiscono gli anticorpi ai “corpi estranei” possibili portatori di un contagio pericoloso, anche se hanno il volto e il corpo di una giovane madre vittima di un marito camorrista.

Leonardo Di Costanzo, osservatore instancabile e acuto delle “terre di mezzo” poste fra geografie fisiche e umane problematiche, ha trovato ne L’intrusa un nuovo territorio ideale al proprio cinema. Con approccio non distante dai precedenti e mirabili suoi lavori – specie La scuola (2003) – il cineasta partenopeo si accosta con grazia alla magia dei bimbi intenti a costruire il grande pupazzo robot Mr Jones nel cortile del loro rifugio e con il dovuto dolore al malessere circostante, penetrante fra le pieghe di famiglie troppo spesso devastate. Piccolo/grande documentario di creazione alla “maniera francese”, L’intrusa rappresenta quel cinema-mondo ancora troppo raro da trovare nella pur corposa produzione del Belpaese.

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