Il Movimento 5 Stelle contribuì a riacquistarle la casa finita all’asta, ma adesso lei si candida con Forza Italia. È la scelta fatta da Martina Guarascio, la figlia 32enne di Giovanni, il muratore di Vittoria che il 14 maggio del 2013 si diede fuoco, nel tentativo di salvare la sua abitazione finita agli incanti per un debito con una banca. Alle prossime elezioni regionali, dunque, la ragazza correrà per un posto all’Ars nelle liste del partito di Silvio Berlusconi. A fare il nome della Guarascio è il Movimento dei Siciliani indignati di Gaetano Armao, l’ex assessore di Raffaele Lombardo che si è riscoperto descamisados in giacca e cravatta.

Dopo la morte del padre Giovanni, Martina Guarascio è diventata il simbolo della battaglia contro le aste giudiziarie senza mai scendere in politica. Ora ha cambiato idea. Tre anni anno dopo la morte del muratore, il Movimento 5 Stelle della Sicilia aveva acquistare la casa posta all’asta per poi ridarla alla famiglia Guarascio. Una scelta contestata perché privilegiava solo un caso in particolare, e anche perché la trasmissione Servizio Pubblico rivendicò di avere già raccolto 78 mila euro per la famiglia. A quel denaro i pentastellati sommarono 30mila euro – ottenuti risparmiando sulle indennità parlamentari percepite all’Ars – e arrivarono così alla cifra necessaria per riacquistare l’immobile, che divenne “l’esempio per porre al centro del dibattito politico l’impignorabilità della prima casa”.

Un esempio che adesso sosterrà al candidatura di Nello Musumeci. È anche per questo motivo se la reazione del leader del M5s in Sicilia è stizzita. “Siamo contenti per lei, si vede che le abbiamo restituito tanta di quella serenità, da potere pensare pure di dedicarsi alla politica attiva. Ci dispiace solo che abbia scelto il lato sbagliato”, dice il candidato governatore Giancarlo Cancelleri. “Quella casa – racconta Cancelleri – noi la ricomprammo e la restituimmo alla famiglia sottraendola alla disperazione, ma, soprattutto, per accendere i riflettori sul problema delle aste giudiziarie, che rappresentano un vero incubo per tantissimi. Per mettere argine al fenomeno facemmo approvare all’Ars un disegno di legge voto per l’impignorabilità della prima casa, tutt’ora fermo a Roma”.

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