Niente più consulenze per i permessi di soggiorno nella Sesto San Giovanni strappata da Forza Italia al centrosinistra. La denuncia arriva dalla Cgil di Milano che parla di decisione “incomprensibile”. Troppo lavoro e troppe nuove mansioni da seguire, rispondono dal Comune. Solo per questo i due dipendenti del Comune di Sesto San Giovanni che finora si erano occupati di fare consulenza ai cittadini stranieri per la compilazione online dei permessi sono stati spostati ad occuparsi di altro

“Nessuna valutazione politica”, assicurano dallo staff del neo sindaco Roberto Di Stefano, primo sindaco di centrodestra dal secondo dopoguerra nella cittadina alle porte di Milano. “Il Comune aveva attivato una collaborazione con l’Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani, ndr) e aveva introdotto un servizio di consulenza per la compilazione online dei permessi di soggiorno, servizio che non tutti i comuni d’Italia offrono”, spiegano dal Municipio. “Negli ultimi tempi però, tra l’introduzione della carta d’identità elettronica, l’aumento considerevole di separazioni e divorzi e altri servizi che dalla Prefettura sono stati girati al Comune, l’anagrafe non ce la faceva più a gestire il carico di lavoro”. E così le due persone preposte al supporto degli stranieri che devono regolarizzare la loro posizione sono state ricollocate, e il servizio è stato eliminato. Chi ne avrà bisogno potrà rivolgersi al Caf.

La misura fa discutere perché arriva dopo altri provvedimenti della giunta insediatasi a giugno 2017 che interessano i cittadini stranieri. A fine agosto il Comune negò alla comunità islamica il permesso di usare il palazzetto dello sport per celebrare la Festa del sacrificio, come faceva dal 2010. A detta del Municipio, la domanda era stata presentata in ritardo. Già in campagna elettorale, inoltre, Di Stefano aveva detto di voler accantonare il progetto della grande moschea cittadina approvato dalla precedente amministrazione di centrosinistra.

“Eravamo in una situazione di vera e propria emergenza di personale”, precisa l’assessore ai Servizi al cittadino Alessandra Magro, “per questo abbiamo deciso di intervenire sui servizi non obbligatori, che possono essere svolti dal Caf o da altri enti. Abbiamo anche dovuto ridurre alcune competenze dell’Urp, l’Ufficio relazioni con il pubblico, per lo stesso motivo”. La comunicazione che il servizio di consulenza per i cittadini stranieri non è più attivo dovrebbe arrivare a breve. “So che alcune persone straniere si sono già rivolte al Caf e comunque, per ora, non abbiamo ricevuto nessuna lamentela in merito”, continua l’assessore Magro.

“È una decisione incomprensibile“, commentano dalla Cgil, “i processi di regolarizzazione non solo sono un diritto ma permettono di far uscire dall’illegalità quelle persone che cercano di costruire il proprio futuro nel nostro paese”.

Articolo Precedente

Unhcr, il report: “Più della metà dei minori rifugiati non ha accesso a nessun sistema educativo: sono oltre 3,5 milioni”

next
Articolo Successivo

Sahel, fronti come frontiere: prove di militarizzazione coloniale

next