“La Boschi sarà ricordata più per le forme che per le sue riforme”. Sarà pure vero, ma è così che parlò Nicola Morra, senatore del M5S.
“Lei viene? Ma quante volte viene?”, indovinate un po’ chi lo detto se non il nostro trombeur de femmes nazionale, alias il Berlusca, rivolto a un’impiegata dell’azienda Green Power. Ma c’è di meglio: “Voi siete qui solo perché siete brave a fare i pompini?”, Massimo De Rosa, deputato e gentiluomo del M5S, aggrediva le colleghe del PD. E  mi verrebbe da chiedergli: e tu come lo sai?. “Il PPI rimane piccolo perché ce lo ha in mano Rosy Bindi“, parola di Francesco Storace.
Fa un certo effetto leggerli tutti insieme. La galleria di aforisimi a doppio senso scorre in sovraimpressione sul maxi schermo al convegno “Il Tempo delle Donne”, promosso da Il Corriere della Sera, alla Triennale di Milano. Ma le allusioni “porcellesche” non sono solo prerogativa dei galletti italici. Ci danno dentro – mi adeguo al linguaggio – anche gli americani (oh, yes!). “Quando sei una star, te lo fanno fare. Puoi fare tutto”, è diventato quasi il giuramento del presidente Donald Trump. È in buona compagnia dell’ex-ingegnere Google, James Damore: “Meno donne alle aziende tech. La questione è puramente biologica”. E sembrerebbe quasi un complimento:  “Guidare un treno è facile, anche una donna potrebbe farlo”, invece una bufera mediatica si abbattè su Philip Hammond, Cancelliere dello Scacchiere britannico.
Roberta Scorranese e Serena Danna, le curatrici dell’incontro “Gli uomini che non cambiano” chiedono: il turpiloquio è la brutta faccia del maschilismo?
Pietrangelo Buttafuoco, provocatore per natura, lancia parole che sono fiammate per incenerire un certo tipo di maschio “innamorato” della caricatura della propria mascolinità. “ C’è una novità nel codice linguistico maschile: prima certe cose le pensavano solo. Adesso le svicerano pure”. Pietrangelo, portatore sano di sicilianità, parla con gestualità teatrale.  Le signore lo ascoltano rapite. Nel parterre pieno come un uovo, ho contato solo 3 maschi, un’esigua minoranza. Riporta BF una battuta di un patetico donnaiolo: “Vossia che ci fa alle donne? Che ci devo fare? Un assegno”. E offre al maschio post-moderno una scappatoia: “Educarsi alla bellezza per uscire dalla condizione di bestialità, per scrollarsi di dosso l’immondo”. Come?  BF, tanto per rimanere in tema, ricorre alla metafora del maiale: “Voi sapete che il maialino per sua conformazione ha sempre lo sguardo rivolto verso il basso e quando l’afferrano per la coda vede finalmente il cielo e impazzisce di gioia perché si ricorda che una volta il cielo faceva parte del suo orizzonte. Ecco questa è anche la condizione di noi umani, rivolgiamoci verso l’alto, in quella direzione e dove c’è il cielo ritroviamo quello sguardo che cerchiamo”.
BF fa a pezzetti i due carabinieri accusati di stupro: “Il ragazzo che si spoglia della sua divisa per violentare una donna, è la dimostrazione che anche  il codice virile e militare per eccellenza è finito. Proprio in piena modernità”. Alle spalle di BF una vetrata spalancata sulla fontana “metafisica” di De Chirico: antifemminista per statuto, saggista (tra i tanti “Fìmmini. Ammirarle, decifrarle, sedurle”, dunque esperto in materia) non è per l’uguaglianza e suggerisce di reinventarsi la diversità tra uomo e donna.
E il rapper Ghemon, altro relatore, prima li giustifica: “Un ragazzo oggi non sa più come essere un ragazzo”. E alla fine un suggerimento al branco, lo stesso che lancia dal palco dei suoi concerti: Spegnete per un attimo i vostri I-Phone e ascoltate l’altro. Uscite fuori dal guscio virtuale. E anziché affermare la vostra indentità sui social network, riappropriatevi dell’arte della parola parlata”.
E adesso, mi raccomando, subito un post: I like it!
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