La bolletta a 28 giorni rischia di trasformarsi in un boomerang per Tim, Wind, Tre e Fastweb. Il garante della telecomunicazioni, l’Agcom, ha infatti deciso di avviare dei “procedimenti sanzionatori” nei confronti degli operatori telefonici per il mancato rispetto delle disposizioni relative ai tempi di fatturazione nella telefonia fissa e nelle offerte convergenti (mobile-fisso). Alla base della decisione dell’Agcom, su proposta del consigliere Francesco Posteraro, c’è la volontà di mettere fine ad una lunga querelle con gli operatori ed evitare un effetto a catena in altri settori con un pesante danno per gli utenti finali: con la tariffazione a 28 giorni, gli operatori guadagnano infatti un mese netto l’anno con un aumento delle tariffe pari all’8,6 per cento sui dodici mesi.

Per i consumatori, l’intervento di Agcom è decisamente una buona notizia perché non solo l’autorità richiama gli operatori al rispetto di una delibera varata nel marzo scorso (121/17 Cons.), ma fornisce anche una carta in più agli utenti per i reclami contro eventuali abusi. Sin da ora del resto, nel caso di tariffazione a 28 giorni, l’utente può presentare formale diffida all’operatore con richiesta di rimborso di quanto illegittimamente versato in più. Trascorsi 30 giorni dal reclamo, in assenza di risposta da parte dell’azienda, il cliente potrà poi rivolgersi al Corecom, il braccio operativo regionale dell’Agcom che funziona come una sorta di camera di conciliazione. Non sarà necessario ricorrere a un avvocato, ma basterà compilare e inviare un modulo, disponibile sui siti del Corecom e presso associazioni dei consumatori come il Codacons con contributo di 2,03 euro.

Dal canto loro, le associazioni dei consumatori hanno tutta l’intenzione di vigilare su una storia che dura ormai da troppo tempo. “Stiamo studiando una vera e propria denuncia penale in base all’articolo 650 codice penale per inosservanza all’ordine dell’autorità – spiegano fonti Codacons a ilfattoquotidiano.it – Se dovesse poi essere aperto un procedimento di questo tipo, allora tutti i cittadini che hanno avuto pagamenti a 28 giorni potranno costituirsi come parte offesa. Potremmo comunicare l’iniziativa già nel corso della prossima settimana”.

Tira insomma una brutta aria per gli operatori che, secondo il diktat dell’Agcom, avrebbero dovuto interrompere la fatturazione a 28 giorni lo scorso 24 giugno. E non solo per loro come ha evidenziato l’Unione nazionale consumatori che ha presentato un esposto all’Agcom contro la decisione di Sky di fatturare a 28 giorni a partire dal prossimo primo ottobre. La situazione della media company è tuttavia diversa da quella degli operatori perché Sky ha avvisato i clienti che possono esercitare il diritto di recesso entro il 30 settembre. Senza contare che i gruppi di telefonia applicano ormai la tariffazione “ridotta” fin dal 2015. Ma l’intera faccenda sta iniziando a impensierire il governo che sa bene come gli operatori siano ricorsi al Tar contro la delibera Agcom. Interpellata sul caso dall’onorevole Giovanni Paglia di Sinistra Italiana-Possibile, il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha spiegato che l’esecutivo starebbe studiando la possibilità di fissare una scadenza unica, su base mensile, per il pagamento delle bollette. In questo modo il governo spera finalmente di mettere fine al caos e alle polemiche delle tariffe a 28 giorni.

Aggiornato dall’autore il 14 settembre 2017 alle 21.35

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