Per i fanatici del Ruspa, quello che è successo a Firenze è un dramma nel dramma. L’accusa di stupro è arrivata per due italianissimi, due appartenenti alle forze dell’ordine, due militari, per l’esattezza carabinieri. Non per “i soliti stranieri”, come si legge su Facebook nei commenti vomitati dai giustizieri da quattro soldi. Non per i “vermi che hanno aggredito la turista polacca” o hanno abusato della donna trans peruviana.

Ora sono finiti sotto i riflettori coloro che avrebbero dovuto tutelarci, difenderci, darci sicurezza e protezione. Allora che si fa? Cerchiamo di screditare le ragazze, diciamo che sono facili, che avevano la gonna corta, che andavano perfino in discoteca. Ah la discoteca, che luogo di perdizione! E che ci facevano? Ballavano. Allora erano facili, sicuro.

In pochi azzardano un “se la sono andate a cercare” ma lo pensano in molti, compresi gli imbecilli che hanno fatto girare sui social network la foto di una coppia di ragazze insinuando fossero le americane stuprate. Così le hanno volute rappresentare: che bevono senza remore, di facili costumi. I commentatori di quelle immagini e i “condivisori” della bufala di questa portata, soprattutto, hanno pensato più ai carabinieri che alle vittime. E sono gli stessi che hanno fatto girare la notizia dell’assicurazione contro lo stupro come se fosse stata tutta una messinscena delle vittime per poter intascare qualche soldo alla faccia dei poveri carabinieri.

Le cose restano così: per parecchi ci sono presunti stupratori e stupratori da evirare. Ci sono italiani che “potrebbero aver commesso una violenza sessuale anche se sembra strano” e stranieri che “hanno violentato una ragazza”. “Irregolari che devono essere cacciati”. “Che sono degli schifosi”. Per me siete voi gli schifosi. Voi che fate i distinguo quando, per chi subisce una violenza, la nazionalità dell’aguzzino è l’ultimo pensiero. Voi che cercate ogni pretesto per scagliarvi contro gli immigrati e magari avete per anni taciuto davanti ai tantissimi casi di violenze domestiche. Voi che vedevate gli stupri dei mariti alle mogli come abusi di serie B su cui tacere. Entrare nel merito delle differenze tra violenze è una pratica che rasenta il morboso: ve la lascio volentieri. Voglio solo ricordare che non sono stati questi i soli stupri avvenuti. Che dovremmo parlare più del problema, meno dei singoli casi. Che non sono tutti sociologi né investigatori. Ma soprattutto che a fine agosto ci sono stati anche altri soprusi, e che in quei giorni di vermi ne sono strisciati parecchi.

Una giovane donna, nemmeno trentenne, ha denunciato di essere stata attirata nel bosco tra Paganico e Capannori e violentata da due uomini stranieri. Come straniera è la vittima 17enne di una violenza sessuale avvenuta a Desio, in Brianza. Lo stesso giorno è stato accusato un 27enne originario di Latina per uno stupro avvenuto in Salento. A Cinisello Balsamo, poi, è stata violentata un’ottantunenne al Parco Nord, mentre due giorni prima a Jesolo è stato arrestato un 25enne vicentino, di origini marocchine, per una violenza sessuale verso una 17enne paraguaiana residente nel veronese. Di ieri, infine, la violenza a Roma di una ventenne finlandese.

Un ultimo appunto, con gentilezza. Alcuni “colleghi” riportano su testate nazionali dati inquietanti quanto, a mio parere, fantasiosi e inopportuni. Come la frase che leggiamo in un articolo: “Però non si può neppure dimenticare che tutte le studentesse americane in Italia sono assicurate per lo stupro e a Firenze su 150-200 denunce all’anno, il 90% risulta falso”. Guardate qui quante sono le denunce e qui quante altre volte vengono diffuse informazioni superficiali.

Nel 2016 sono stati complessivamente denunciati 51 casi di violenza (non solo verso “americane”) mentre nel 2015 sono stati 57. E, per dire se sono stupri falsi o meno, c’è da aspettare davvero molto più di qualche mese, cari colleghi. Visti i tempi e le articolazioni delle indagini (e vista la burocrazia), spesso un anno nemmeno basta. Cerchiamo di essere seri, ve ne prego.

Articolo Precedente

Papa Giovanni XXIII patrono dell’Esercito? Il colmo per un paladino della pace

next
Articolo Successivo

Livorno, a spalare il fango arrivano anche i richiedenti asilo: “Ci aiutano a casa nostra”

next