Polemica vivace a Omnibus (La7) tra la conduttrice della trasmissione, Gaia Tortora, e il giornalista di Libero, Francesco Specchia, sul discusso articolo firmato da Roberta Catania in riferimento al racconto della ragazza polacca stuprata a Rimini. Il pezzo, contenente i verbali del gip senza omissis, è stato oggetto di severissime critiche, assieme al noto titolo (“Rimini, l’orrore in spiaggia: “Stupri ripetuti e doppia penetrazione”). Specchia difende strenuamente la sua collega: “Ma stiamo scherzando? L’autrice dell’articolo è una persona serissima, ha fatto degli scoop straordinari negli anni, ha fatto inchieste e ha ribaltato intere situazioni criminali. E’ una madre e ha una sensibilità fortissima”. “Non stiamo discutendo se la collega è brava o non brava” – obietta Tortora – “ma lo scoop per me è un’altra cosa, non è riportare un verbale. Secondo te, aggiungere dettagli in più nella notizia cambia il senso delle cose?”. “Qualcuno dovrebbe rileggersi “A sangue freddo” di Truman Capote” – risponde la firma di Libero – “Anche lui fu accusato delle stesse cose quando descrisse i dettagli di un omicidio (il massacro della famiglia Clutter, ndr). Dovreste rileggervi le descrizioni formidabili, cattive, terribili dell’omicidio addirittura fino allo squartamento. Quell’articolo di Libero è una questione personale del cronista, io forse non lo avrei scritto, ma la cronista, secondo me, ha agito in maniera assolutamente asettica e chirurgica. Non ha preso posizione e il suo testo lo ritengo ai limite del Pulitzer“. E aggiunge: “Lo sbaglio non è stato nel contenuto del pezzo, perché la cronista ha dimostrato una grande sensibilità. E’ stata attaccata anche da colleghi che non hanno capito il perché di quella scelta. Quella di Rimini è stata una cosa inimmaginabile da bestie e la collega, che è estremamente sensibile, ha pensato che fosse giusto che la gente venisse a conoscenza di quelle bestialità. La collega non ha violato nessuna norma”. Specchia spiega che il titolo è stato deciso dalla direzione del quotidiano e sottolinea: “Libero, come tutti i giornali di opinione, come Il Fatto, Il Manifesto, Il Giornale, Il Tempo, ha una sua linea che tende a essere l’opinione del lettore. E ci dev’essere rispetto non solo nei confronti del lettore, ma anche del lavoro dei cronisti”. Poi, rispondendo a una critica della giornalista di Globalist, Claudia Sarritzu, collegata via Skype, rincara: “Sentirsi dare delle lezioni da una signora che non è Oriana Fallaci, dopo 40 anni di giornalismo, mi pare un po’ strano“. “Bisogna avere rispetto anche delle donne violentate” – ribatte Gaia Tortora – “Non credo che siano contente quando leggono la propria deposizione su un giornale”. “Questo non lo sappiamo” – insorge Specchia – “Tu sei entrata nella testa della vittima?”. “Non cambia nulla sapere della sabbia nelle mutande” – controbatte la giornalista – “Parla con una donna violentata e magari ti si apre un mondo”. Specchia ribadisce la sua tesi e aggiunge: “Io mi trovo a difendere la posizione di Roberta Catania, che è una grandissima collega di cronaca giudiziaria e che ha subito di tutto in questi giorni col figlio che si lamentava per le continue telefonate di pressioni”. Interviene la giornalista del Corriere della Sera, Maria Teresa Meli: “Vorrei dire una sola cosa: non far rivoltare nella tomba Truman Capote

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