Bloccato all’aeroporto del Cairo mentre andava a Ginevra per intervenire a un’assemblea delle Nazioni Unite per parlare di diritti umani. Non si hanno più notizie dal 10 settembre di uno degli avvocati egiziani della famiglia Regeni Ibrahim Metwaly. Dalle prima informazioni sembra che sia stato fermato proprio mentre stava per imbarcarsi sull’aereo diretto in Svizzera.

Solo il 5 settembre scorso, il sito web della Egyptian commission for rights and freedom, l‘organizzazione che rappresenta legalmente la famiglia del ricercatore, è stato oscurato. “Il regime sta iniziando la vendetta contro di noi”, aveva detto a ilfattoquotidiano.it il presidente Ahmed Abdallah. Lunedì scorso, il ministro degli Esteri Angelino Alfano aveva annunciato davanti alle commissioni degli Esteri riunite di Camera e Senato il ritorno dell’ambasciatore italiano al Cairo. “L’Egitto è un partner ineludibile”, si era giustificato.

Il 12 settembre il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, sarà ascoltato alle 15 in audizione al Copasir. Il premier, che ha mantenuto per sé la delega all’intelligence, riferirà su tutti aspetti che riguardano le minacce alla sicurezza nazionale e l’organizzazione dei servizi e, nel corso dell’audizione, il deputato grillino Angelo Tofalo ha annunciato che chiederà chiarimenti sulla vicenda Regeni e sugli accordi con la Libia che hanno determinato un netto freno ai flussi migratori. “Sarà”, ha scritto Tofalo su Facebook, “l’ultimissima possibilità per raccontare la verità sull’atroce morte di Giulio Regeni e cosa il nostro Governo realmente sapeva fin da quel primo tragico giorno del ritrovamento del corpo di Giulio e forse anche prima. Risposte chiare bisognerà darle anche e soprattutto sul fronte Libia dopo la relazione dell’Associated Press relativa agli accordi italiani con contrabbandieri e trafficanti”.

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