La droga doveva arrivare in Italia con la tecnica del “rip-off”. In sostanza la cocaina era nascosta in borsoni e trolley da viaggio, dietro i portelloni di un container che trasportava sacchi di caffè e spezie. In questo modo sarebbe stata facile da recuperare e agli uomini delle cosche sarebbe spettato solo il compito di farla uscire dal porto di Gioia Tauro. Qualcosa, però, non è andata per il verso giusto e i 218 chili di cocaina sono stati scoperti dalla Guardia di finanza e dai funzionari della dogana nel corso di un controlli di alcuni container imbarcati su una motonave che aveva toccato diversi porti sudamericani ritenuti a rischio. La droga è stata trovata in due diversi container, caricati rispettivamente in Guatemala e nel Costarica, destinati stando ai documenti di viaggio, ad Alessandria d’Egitto e in Sicilia. La cocaina, secondo gli uomini del colonnello Flavio Urbani, “avrebbe fruttato, se messa in commercio, oltre 43 milioni di euro”. Per gli inquirenti, coordinati dalla Procura di Reggio (guidata dal Federico Cafiero De Raho), è l’ennesimo colpo inferto agli interessi economici delle cosche. Dall’inizio dell’anno, solo nel porto di Gioia Tauro, sono stati sequestrati 1360 chili di cocaina. Mezza tonnellata solo nell’ultimo mese.

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