Il provincialismo italico è il male di questo disgraziato Paese. Lo sapevamo già e per motivi ben più seri, ma adesso è arrivata un’ulteriore frivola conferma. Avete presente lo spot del Buondì Motta in cui una mamma e un papà vengono colpiti da un asteroide? Se non sapete di cosa stiamo parlando, evidentemente negli ultimi giorni siete stati in altre faccende affaccendati e vi invidiamo non poco. Se, invece, siete a conoscenza delle noiosissime polemiche social sullo spot, speriamo siate d’accordo anche voi sul fatto che trattasi di polemicucce di un provincialismo che fa cascare le braccia.

Nello spot, una bimba perfettina si rivolge al genitore chiedendo una “colazione leggera ma decisamente invitante, che possa coniugare la mia voglia di leggerezza e golosità”. E qui arrivano le prime critiche dei rompicoglioni virtuali: “Ma una bambina di quell’età non parlerebbe mai così!”. Ma non mi dire, ma sul serio? E noi, sciocchi, che pensavamo che i dialoghi così affettati fossero voluti, proprio per dare al tutto una confezione di surrealismo grottesco. “Ma non è realistico”, dicono i succitati pesantoni. E invece l’asteroide che colpisce la mamma (“Ma non esiste una colazione così, cara. Possa un’asteroide colpirmi, se esiste!”) è neorealismo? Non ci sarebbe neanche bisogno di replicare alle accuse mosse allo spot dai soliti gruppuscoli di maestrini dalla penna rossa, censori senza competenze di un bell’esempio di creatività pubblicitaria.

Il problema, però, è che questo sciagurato Paese è stato abituato a osservare, con un sentimento misto tra ammirazione e invidia, la tipica famiglia del Mulino Bianco, le mamme e i papà bellissimi e con camicie immacolate e stirate alla perfezione, che fanno colazione con i loro bimbi altrettanto belli sulle rive di un ruscello, con un campo di grano ondeggiante e gli uccellini che cinguettano. Quello sì, che è poco credibile, soprattutto se si è mai vista una famiglia italiana media fare colazione al mattino, tra cispe negli occhi, alitosi e cattivo umore.

Lo spot del Buondì è divertente, efficace, originale, politicamente scorretto, è uno dei primi spot italiani che sembrano arrivati direttamente dal XXI secolo e non dal Novecento. È ironico il giusto, peraltro, e non è rivoluzionario e irriverente, offensivo e irrispettoso come vogliono farci credere i soliti censori della domenica, gli indignati sui social in servizio permanente effettivo, che ogni mattina si svegliano e sanno che devono correre più della polemica del giorno per sentirsi vivi, opinion leader de noantri, spesso frustrati bacchettoni totalmente privi delle competenze necessarie per giudicare.

Quell’asteroide non colpisce solo la mamma e il papà, ma anche l’esercito di buoni a nulla che si preoccupano delle ricadute sugli spettatori più giovani solo in casi del genere, mentre per il resto va bene tutto, in televisione, dalla morbosità sulla cronaca nera al pomeriggio alla tv spazzatura da mane a sera. È la solita ipocrisia italiana che pretende una rappresentazione idilliaca della famiglia, ovviamente fasulla e irreale, ma tranquillizzante e normalizzante.

Ben vengano gli asteroidi, le bimbe perfettine che pronunciano frasi poco credibili, le madri disintegrate, l’ironia di uno spot che, proprio grazie a chi lo critica ormai da giorni, ha colto nel segno.

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