Fa una certa impressione vedere Luca Casarini, ex leader dei Disobbedienti del Nordest, animatore di una lunga stagione antagonista, con la camicia bianca e la fascia tricolore. “Finora la fascia tricolore l’avevo vista solo ai poliziotti nei tre squilli di tromba che precedono le cariche” ha spiegato a un giornalista de La Repubblica. In mezzo ai guai, agli scontri di piazza, ai corpi usati come scudi, alle mischie con la Polizia, a quella che veniva definita resistenza a mani nude, si è trovato centinaia di volte. Nei cortei era spesso Casarini a guidare le trattative con i funzionari che scendevano in piazza per assicurare la gestione dell’ordine pubblico, perché nessuno si facesse male.

Ma adesso, e in una sola occasione, ha accettato di indossare il simbolo di quelli che stavano dall’altra parte. Lo ha fatto alcuni giorni fa a Pantelleria per benedire le nozze civili di Nina Negri, un cognome importante negli ambienti di quella che un tempo era l’ultrasinistra. Nina è infatti figlia di Toni Negri, il professore padovano fondatore di Potere Operaio e leader di Autonomia Operaia, arrestato nel blitz del “7 Aprile” 1979. La vicenda giudiziaria di Toni Negri appartiene ormai alla storia del Movimento e anche dell’Italia. Fu sospettato di contiguità con le Brigate Rosse e di coinvolgimento nel sequestro di Aldo Moro, quell’accusa cadde, ma rimasero le condanne per associazione sovversiva e concorso morale in rapina (espropri proletari).

Eletto parlamentare con il Partito Radicale nel 1983, Negri uscì di prigione grazie all’immunità e si rifugiò in Francia, paese che non concedeva l’estradizione a imputati per reati di stampo “politico”. E fu proprio in quel periodo, nel luglio 1984, che nacque a Puyricard la secondogenita del professore, che nel frattempo insegnava all’università di Saint-Denis. Nina ha 33 anni e lavora alla “Manufacture”, alta scuola delle arti e delle scene, di Losanna. Ha convolato con un palermitano di 39 anni, Marco Assennato, che vive e lavora a Parigi, dove si occupa di teoria politica e architettura. Assieme al suocero pubblica articoli (a doppia firma) sul portale EuroNomade.

“Nina e Marco sono amici carissimi. Sono stati loro a spiegarmi che un privato cittadino può sposare una coppia. E così l’ho fatto” ha spiegato Casarini. Ma tra un mese non avrebbe più potuto, perché è in attesa che il Tribunale di sorveglianza di Venezia decida su un residuo pena di due mesi e mezzo da scontare per un’occupazione di case avvenuta 13 anni fa. Casarini, che ha due figli, vive e lavora a Palermo. Rischia i servizi sociali. “In quel caso – riporta il Mattino di Padova – chiederò di andare su una nave Ong a salvare i migranti”.

Articolo Precedente

Bari, incendiata l’auto del parroco della chiesa antimafia. Un anno fa alle fiamme quella del suo precedessore

next
Articolo Successivo

Maltempo, allagato l’aeroporto di Orio al Serio. Annullata la Festa dell’Unità con Orlando a Bologna

next