di Paolo Ricci*

Intervengo nell’intento di chiarire il caso della cartiera Burgo di Mantova presentato l’8 agosto sul blog di Patrizia Gentilini di Isde.

Il comune di Mantova e limitrofi, il parco del Mincio, contestualmente ad alcune associazioni ambientaliste e a numerosi cittadini, sono ricorsi al Tar contro un’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata dalla provincia di Mantova in assenza di una Valutazione d’impatto ambientale (Via) e senza Valutazione di impatto sanitario (Vis). L’Aia in questione consentiva alla nuova proprietà Pro-Gest della cartiera Burgo una radicale ristrutturazione e potenziamento dell’azienda, comprendente anche l’inceneritore di stabilimento, cui precedentemente venivano conferite 80mila/t/a di “fango disinchiostrato”. Nel nuovo ciclo produttivo, l’inceneritore modificato avrebbe bruciato invece pulper, cioè un diverso rifiuto, composto essenzialmente da plastica, non proveniente soltanto dall’impianto di Mantova, ma da tutte le cartiere del medesimo gruppo Pro-Gest.

In tale situazione, il sindaco di Mantova, quale prima autorità sanitaria, ha commissionato all’Agenzia di tutela della salute Val Padana (Ats) una Vis per documentare se un’opera così concepita, seppur di aggiornata tecnologia, avrebbe compromesso, con 80 mila/t/anno di pulper bruciato, la salute dei residenti nella sua area di ricaduta. La prima parte della Vis, già agli atti del Tar per richiesta della committenza e di tutti i ricorrenti, ha evidenziato che in tale area la salute dei cittadini è già sfavorita rispetto a quella dei quartieri limitrofi e che lo sarebbe stata ancor più per effetto del mutato quadro ambientale.

Se a questo rilevante elemento sanitario si aggiunge quello tecnico formalmente anticipato dal consulente del Tar, che ha evidenziato come la nuova opera comportasse effettivamente un aggravio ambientale che non avrebbe consentito di evitare la Via, l’esito processuale del Tar appariva abbastanza scontato.

Soltanto una nuova Aia allora, in grado di garantire l’assenza di ogni aggravio e che facesse già proprie le valutazioni di Tar e Ats, rilasciata quindi a fronte di un’autoriduzione palese dell’attività di cartiera, avrebbe potuto evitare il probabile blocco di ogni lavoro in corso finalizzato all’adeguamento tecnologico degli impianti. Premessa indispensabile alla rinascita della cartiera mantovana, la cui espansione eco-sostenibile sia poi da verificarsi attraverso un rigoroso percorso di Via. E così la Conferenza di servizi emise a favore di Pro-Gest l’Aia 2017, in sostituzione della precedente oggetto di ricorso presso il Tar che si dovrà comunque pronunciare nel merito.

L’alternativa di non bruciare il pulper, per riciclarlo in altri manufatti di plastica, è stata valutata come prescrizione da inserire in Aia 2017, ma purtroppo si trova ancora in fase pilota di sperimentazione, talché oggi una cartiera non può funzionare senza incenerire i propri rifiuti, in loco o altrove. In particolare a Brescia, dove, nel Sito inquinato d’interesse nazionale (Sin) tra i più critici d’Italia, è ubicato il più impattante inceneritore d’Europa in cui si bruciano 800 mila/t/anno di rifiuti.

A tutela della salute pubblica, mission istituzionale di Ats, la nuova Aia prevede comunque il dimezzamento sia della quantità di carta prodotta che di rifiuti inceneriti (40mila/t/anno), il divieto di importarli da altre cartiere, la riduzione della concentrazione di polveri oltre il limite di legge, con effetto atteso di abbattimento dei contaminanti da esse adsorbiti, la diminuzione dei flussi di massa, l’innalzamento della temperatura di post-combustione, il potenziamento dei sistemi di abbattimento degli inquinanti, oltre l’adozione di più aggiornate tecnologie.

Sulla base di tutti questi elementi, e non di uno soltanto, si è ritenuto che la situazione post-operam sarà più favorevole rispetto a quella del passato. Però nessun atto di fede, ma ragionevoli previsioni scientifiche da sottoporre a revisione in collaborazione con i più accreditati centri di ricerca. Per questo l’Aia non costituisce mai un punto di arrivo ma di partenza, su cui innestare un monitoraggio di area a governo di tutte le fonti emissive concorrenti.

Si allega ampia documentazione dell’avvenuto dibattito pubblico, a testimonianza che non lo si ritiene proprio “stucchevole e noioso”, aggettivazioni infelici se decontestualizzate, ma non certo se riferite alla deriva del pensiero (di chiunque) quando si avvita e non appare più in grado di procedere oltre.

*Responsabile osservatorio epidemiologico – Ats Val Padana

Articolo Precedente

Incendi, cinque cause per cui l’Italia va a fuoco

next
Articolo Successivo

Campania a tutto cemento, abusi di necessità e proroga alle cave. Così De Luca crea consenso

next