Per coinvolgere più spettatori è necessario metterli a proprio agio, anche dal punto di vista linguistico. Soprattutto chi si approccia per le prime volte alla diretta di un match. Da questo punto di vista Activision è stata lungimirante. Ivan Grieco, figura di riferimento della community italiana di CoD come commentatore dei match (e non solo) è convinto che sia la strada giusta: “Per arrivare ai nuovi spettatori è necessario spiegare passo passo cosa stia accadendo durante una partita. Call of Duty, seppur nella sua semplicità, non è un gioco intuitivo come FIFA e ha bisogno di persone esperte che sappiano raccontare le partite in un modo fruibile per tutti. Seguire una diretta con una lingua diversa dalla propria rappresenterebbe uno scoglio per molti insuperabile”.

Ivan, conosciuto come RampageInTheBox, ha preso l’aereo per Orlando per commentare le partite in diretta dall’Amway Center. Una postazione dedicata interamente ai commentatori italiani di cui hanno fatto parte il già citato Leonardo “Kolga” Nisi e Andrea “Sperle” Sperlecchi. Il primo è un giocatore competitivo italiano che ha sperimentato per la prima volta cosa significhi stare dall’altra parte dello schermo: “Ho partecipato personalmente ai mondiali due anni fa a Los Angeles e devo ammettere che aver preso parte alla stessa manifestazione nei panni di caster è un’esperienza totalmente differente. Da giocatore hai molte pause tra un game e l’altro ma necessiti di una concentrazione superiore. In quell’ora circa di partita non deve esistere null’altro, bisogna indirizzare tutto il proprio focus verso l’obiettivo della vittoria. Anche nelle pause, tuttavia, la concentrazione non può mai mancare del tutto: bisogna sempre pensare al match successivo, a studiare gli avversari e alle strategie da applicare. Da commentatori, invece, non abbiamo nemmeno un attimo di respiro: nelle 8-9 ore di diretta dobbiamo essere ineccepibili nel raccontare cosa accade. E nelle brevi pause tra un game e l’altro abbiamo comunque il compito di intrattenere gli spettatori e di tenerli incollati allo schermo”.

Un compito affatto semplice a cui Ivan Grieco ha trovato una soluzione condita da occhialoni e parrucche: “Impossibile pretendere di catturare l’attenzione del pubblico per 8 ore consecutive con un comportamento sempre serio e professionale. Il nostro target, d’altronde, ha un’età media molto giovane: è necessario, nelle pause, scherzare e smorzare la tensione di un evento così importante come i mondiali.” Una tecnica utilizzata anche dai commentatori moderni: l’esempio più classico sono i siparietti comici di Caressa e Bergomi, immancabili durante i momenti morti delle partite di calcio. Salvo poi ritornare rigorosamente seri nei momenti concitati delle sfide.

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