Certo, interessandomi per tutta la vita di cinema ne ho attraversate di situazioni incredibili, ho incontrato personaggi paradossali, ma quello conosciuto in un piccolo borgo della toscana qualche giorno fa supera di gran lunga ogni immaginazione.

Un minuscolo sentiero che sale su una collina, coperta da un perfetto manto verde di erba appena tagliata, un piccolo bosco alla sommità e al centro di una radura un edificio sferico, cromato e luccicante. Un cartello avverte gli improbabili visitatori di un luogo tanto fuori mano e così ben nascosto: “L’ingresso non è vietato”.

In genere diffido sia dell’ordine che del disordine e invece ho fiducia di ogni armonia e tutto in quel momento, compreso il magnifico edificio a sfera, mi appariva tanto armonico da risultare simile a una musica silenziosa. Ora la sfera si apre a spicchio e rivela un ingresso circolare ampio e vuoto, di colore azzurro. La sensazione è che un pezzo di cielo sia stato prelevato impiegando un meccanismo misterioso e posto all’ingresso della misteriosa sfera.

“Avanti”, dice una voce serena, mentre un’altra apertura si schiude al centro della parete azzurra.

Mi trovo in una specie di sala comandi, al centro della quale siede un ometto di mezza età che mi tende la mano. “Incredibile”, mormoro. “Cosa?”, mi chiede. “Tutto questo. La collina, la radura, la sfera, il fiore, l’atrio azzurro, la sala comandi e soprattutto lei che sembra tanto sereno e sicuro di sé. A cosa servono questi pannelli di controllo, questi schermi e tutti i pulsanti di comando?”

Mi spiega che sta per completare l’invenzione di un meccanismo capace di produrre un vasta superficie di nuvole piatte al centro del cielo. La sua invenzione è in grado di sommarle fino a formare un gigantesco rettangolo bianco, una specie di immenso schermo cinematografico della grandezza di circa un centinaio di chilometri quadrati, visibile quindi dagli abitanti di un intero Paese.

“Il mio schermo fatto di nubi bianchissime è dilatabile all’infinito. Volendo è possibile creare uno schermo visibile simultaneamente da tutta l’Europa”. Spiega con voce gentile che la sua invenzione è in grado di proiettare su questo immenso schermo immagini perfettamente nitide e tridimensionali.

“Cosa proietterai quando tutto sarà completato?”.

“Migliaia di telecamere inquadreranno permanentemente ciò che accade nel mondo. Mostrando la rara bellezza del pianeta e rivelando il mistero della vita e la straordinaria preziosità di ogni essere umano. Sul megaschermo appariranno i volti di tutti quelli che nel mondo in quel momento stanno sorridendo, o immagini misteriose di pesci abissali nell’oceano pacifico e praterie sconfinate dell’oriente che ondeggiano alla brezza della sera. Insomma in diretta il più straordinario spettacolo esistente e cioè la Realtà. Ogni essere umano in genere non sa quasi nulla di sé, nessuno neppure sospetta di essere all’origine il massimo capolavoro che la natura ha concepito e realizzato in alcuni miliardi di anni. Non esiste nell’universo conosciuto alcun essere che superi la perfezione dell’Essere umano, anche solo come macchina biologica e pensante. Il mio schermo finalmente offrirà a tutti la consapevolezza della loro preziosità”.

Il suo candore, la sua ingenuità mi hanno invaso il cuore, ogni sera mi affaccio alla finestra ma il cielo per ora rimane impenetrabilmente azzurro. Chissà…

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