Ancora un pestaggio, ancora in una discoteca, questa volta a Jesolo. Dopo l’omicidio del 22enne italiano a Lloret de Mar finito a calci e pugni alla testa all’uscita di un locale, un giovane veneziano di 24 anni è stato ricoverato in coma farmacologico all’ospedale di Mestre in seguito all’aggressione subita la notte di Ferragosto in una discoteca della località balneare veneta. Daniele Bariletti si trovava all’interno di un privé del “Vanilla” insieme alla ragazza e a un gruppo di amici, quando è stato avvicinato da uno sconosciuto, un giovane che, probabilmente in stato di alterazione, gli ha gettato addosso una bevanda. Quando il 24enne ha reagito l’altro gli si è lanciato contro, colpendolo con due pugni al volto.

Pochi secondi e il giovane è crollato a terra, soccorso dai coetanei con i quali, fino a pochi minuti prima, stava festeggiando. A ricostruire le dinamiche dell’accaduto è il sito del Corriere del Veneto che riporta le dichiarazioni dei genitori del giovane, i primi a rendere nota la vicenda in una lettere denuncia postata su Facebook dagli amici del giovane. “Daniele è stato colpito da due pugni con il solo scopo di uccidere – commenta il padre che descrive anche l’aggressore – “un’età compresa tra i 24 e i 28 anni, corporatura impostata, alto un metro e 90, biondo con gli occhi azzurri”. Secondo quanto afferma l’uomo, il giovane sarebbe stato anche fermato dal personale di sicurezza del locale, ma “lasciato andare senza neppure accertarne le generalità, suggerendo agli amici di nostro figlio di chiamare il 118 incuranti della gravità della situazione”.

Nonostante le indicazioni fornite, l’aggressore non è stato ancora identificato. Gli amici della vittima hanno accompagnato il giovane in ospedale, ma le sue condizioni sono apparse subito molto serie, al punto che i medici hanno dovuto scegliere di indurre il coma farmacologico. Dopo essere stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici, Daniele si è svegliato e si sta lentamente riprendendo. Uscito dal coma, è stato trasferito dal reparto di rianimazione a quello di neurochirurgia.

“Seguivamo ai telegiornali quanto accaduto in Spagna – raccontano i familiari – ci dicevamo indignati e speravamo che questo non potesse mai accadere. E invece è successo qui, nel nostro territorio. Possibile che un Club, e soprattutto la vigilanza, non riesca a gestire tali situazioni?”. I genitori, inoltre, si chiedono come sia possibile “che certi locali dove dovrebbe svolgersi il divertimento, si trasformino in luoghi di violenza inaudita e senza nessun controllo delle entrate e dei comportamenti”. Per questo hanno deciso di denunciare pubblicamente quanto accaduto: “Vogliamo che tutti, ragazzi e genitori, vivano nella consapevolezza che nessuno può sentirsi escluso da tali barbarie. Vorremmo che una volta tanto la Giustizia fosse trasparente e il colpevole punito con la giusta severità”.

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