Si faceva consegnare le mazzette in luoghi isolati, dove il cellulare non prendeva. Per guadagnarsele aveva dato l’appalto della raccolta rifiuti alla ditta amica ed estromesso quella che aveva regolarmente vinto la gara inventando un “pericolo per la salute pubblica” che lui stesso aveva riscontrato “attraverso rigidi controlli di notte”. Per queste condotte è finito in carcere Ciro Borriello, sindaco di Torre del Greco. Arrestati anche Massimo e Antonio Balsamo, rappresentanti della società Fratelli Balsamo Srl: per la Procura di Torre Annunziata avevano “fondi neri di denaro contante, funzionali a ripagare il primo cittadino” per avvantaggiarli negli appalti. Ai domiciliari invece altri tre imprenditori: Ciro Balsamo, Francesco Poeti e Virgilio Poeti. Secondo l’accusa, le investigazioni “hanno rivelato un mercimonio della funzione pubblica svolta dal sindaco”. Borriello lo scorso 28 luglio ha rassegnato le dimissioni, per problemi all’interno della maggioranza, ma è ancora primo cittadino in attesa dei venti giorni previsti dalla legge per confermare la decisione.

Secondo chi indaga, il sindaco “ha fatto di tutto” pur di favorire la ditta Balsamo, un’importante realtà economica attiva nel settore dei rifiuti: aveva estromesso un’altra ditta e aveva anche rappresentato una situazione di pericolo per la salute pubblica priva di ogni fondamento. Nello specifico le indagini hanno documentato che la società, come si legge in una nota della Procura di Torre Annunziata, ha “costituito mediante escamotages contabili, fondi neri di denaro contante, funzionali a ripagare lautamente gli atti contrari ai doveri di ufficio posti in essere dal primo cittadino”. Tali somme “venivano consegnate al sindaco nel corso di incontri mensili in luoghi appartatati, privi di copertura di cellulari, mediante passaggi da un’auto all’altra”. Gli incontri però sono stati integralmente documentati con video-riprese e intercettazioni ambientali.

Già l’ingresso nell’appalto della società Balsamo, è stato ricostruito dalla Procura di Torre Annunziata, “è connotato da marcata illegalità, essendo riuscita a subentrare nell’appalto dei servizi di igiene urbana per la raccolta differenziata alla ditta Ego Eco che si era aggiudicata il servizio per il periodo 21 maggio 2012-20 gennaio 2016 con importo complessivo di oltre 30 milioni di euro“. E’ stato proprio il primo cittadino, dice l’accusa, a determinare la decadenza dell’appalto eseguendo “rigidi controlli in prima persona e di notte”.

Non solo, tra le iniziative amministrative del sindaco, scrivono i pm, “l’istituzione di un servizio sostitutivo di raccolta rifiuti svolto da dipendenti comunali incardinati in uffici diversi dalla Nettezza urbana, in totale violazione della normativa di settore, nonché la rappresentazione di una situazione di pericolo per la salute pubblica creata per effetto di una certificazione emessa da competente ufficio dell’Asl Napoli 3Sud priva di ogni fondamento e riscontro”.

Il vicesindaco: “Ha condotto il mandato con onestà” – “Attendiamo di conoscere quali sono le accuse mosse al nostro sindaco, pienamente fiduciosi nell’operato della magistratura ma al tempo stesso consapevoli dell’onestà con la quale Ciro Borriello ha portato avanti il mandato di primo cittadino conferitogli dagli elettori tre anni fa”, il commento del vicesindaco di Torre del Greco (Napoli), Romina Stilo.

Chi è Ciro Borriello, il sindaco del sud convertito al leghismo – Ciro Borriello, 60 anni compiuti lo scorso febbraio, era stato già condannato a gennaio dalla Corte d’appello di Napoli a un anno di reclusione per abuso d’ufficio e soppressione di atti veri, nell’ambito dell’inchiesta sugli abusi edilizi realizzati a Torre del Greco. Era stato rieletto primo cittadino nel giugno del 2014 con una coalizione di centrodestra. Impegnato attivamente in politica dal 1993 – anno della prima elezione a consigliere comunale, risultando il più votato nella lista della Democrazia Cristiana – Borriello è medico chirurgo con specializzazione in chirurgia estetica e ha ricoperto numerosi incarichi politici, tra i quali quello di consigliere provinciale di Napoli e deputato con Forza Italia.

Eletto per la prima volta sindaco nel 2007 (con una anomala coalizione che vedeva assieme Forza Italia, Alleanza Nazionale e Italia dei Valori), fu invece sconfitto alle amministrative del 2012 dal candidato del centrosinistra Gennaro Malinconico, poi dimessosi nell’inverno del 2014. Borriello negli ultimi tempi non aveva fatto mistero di puntare a una nuova candidatura alla Camera e anche per questo si era avvicinato alle posizioni della Lega Nord di Matteo Salvini.

Intanto arrivano le prime dimissioni nel consiglio comunale. Hanno infatti protocollato le loro dimissioni i rappresentanti dell’opposizione Salvatore Romano, Clelia Gorga, Lorenzo Porzio e Michele Polese (Pd), Giovanni Palomba (Ncd), Alfonso Ascione (lista civica Insieme per la città) e Luigi Caldarola, eletto con la civica Borriello sindaco e poi passato all’opposizione. “Alla luce degli avvenimenti di questa mattina – scrivono in una nota i consiglieri dimissionari – riteniamo non più possibile il proseguimento di questa esperienza amministrativa”. I sette firmatari delle dimissioni inoltre ”invitano i restanti componenti della squadra amministrativa a dimettersi”

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