Dal grande Nord ai trulli. È qui infatti che in queste settimane di caldo soffocante si trovano gli orsi polari dello Zoosafari di Fasano (Brindisi) finiti al centro dell’attenzione dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) che, con una nota ufficiale, ha chiesto verifiche sullo stato di salute di questi animali “lontani più di 4.500 chilometri dal loro habitat”. Sul proprio sito web la struttura scrive: “L’orso polare è presente in tutte le regioni artiche, intorno al Polo Nord”. E ancora: “Vive in genere solitario ed è un perfetto nuotatore, anche in mare aperto”. Il punto è proprio questo per Enpa, che denuncia: “Cosa ci fa un animale del Polo Nord in una città della Puglia poco a nord di Brindisi con un termometro inchiodato a 36 gradi? E cosa ci fa questo orso polare in una vasca di pochi metri che non ha nulla a che vedere con il ‘mare aperto’ dove è un perfetto nuotatore?”. Su Youtube ci sono video di turisti che riprendono gli orsi, ponendosi le stesse domande. La struttura però risponde, spiegando in una nota dettagliata che gli orsi vanno tenuti esattamente così e che non ci sono mai stati problemi, ma nel frattempo una petizione lanciata su change.org appena due giorni fa ha già raccolto oltre 8mila e 700 firme.

L’APPELLO DELL’ENPA – “A fronte di una delle ondate di caldo più intense che abbia colpito il nostro Paese” Enpa chiede alle autorità della sanità veterinaria di valutare lo stato di salute degli animali detenuti in cattività. A destare preoccupazione, in particolare, sono gli orsi polari dello Zoosafari di Fasano. “Al di là dei tentativi di creare consensi intorno a una presunta cattività dal volto umano – scrive l’ente – finalizzati cioè ad attrarre visitatori e a massimizzare i profitti dei gestori di simili strutture, nessuno può cancellare un dato di fatto incontestabile: che costringere un essere senziente a vivere da recluso, in un ambiente per il quale la natura non lo ha programmato, rappresenta una forma di maltrattamento in sé”. Da qui l’appello: “Proviamo ora a immaginare quanta sofferenza, quanto stress psico-fisico possa sopportare un animale dal peso medio di mezza tonnellata, dotato di una folta pelliccia e di un denso strato di grasso che dovrebbero proteggerlo da temperature glaciali, decine di gradi al di sotto dello zero. Gli orsi polari – osserva Enpa – sono nati per vivere tra le isole di ghiaccio del “grande Nord” e non certo in mezzo ai trulli”.

LA RISPOSTA DELLO ZOOSAFARI – La replica della struttura non si è fatta attendere. A scrivere è il direttore zoologico del parco Fabio Rausa. “I nostri orsi polari – spiega – sono nati in cattività presso altri parchi zoologici europei e vivono senza alcun problema nei climi fasanesi sin dal 1995, non hanno mai presentato alcuna patologia o sintomatologia degna di rilievo né legata alle condizioni climatiche né a qualsiasi altra causa, e si sono riprodotti spesso con nascite di cuccioli che ora vivono in altri rinomati parchi europei e giapponesi, tanto che i due genitori risultano essere una delle più imponenti, belle e prolifiche coppie di tale specie in Europa”. La struttura assicura che gli orsi vengono alimentati e governati correttamente, come da prassi internazionale e linee guida indicate dall’Eaza (European Association of Zoos and Aquaria). Gli orsi dispongono di un’area esterna di circa 500 metri quadrati “di cui – specifica Rausa – circa il 30% adibito a grande vasca d’acqua con diverse profondità, il 20% a sporgenza rocciosa centrale ed il restante 50% ad area libera”.

LA PETIZIONE SU CHANGE.ORG – Di certo l’Enpa non è l’unico ad aver sollevato la questione. Basti pensare che due giorni fa sulla piattaforma change.org è stata lanciata la petizione ‘Liberate gli orsi dallo zoo’ che in 48 ore ha raccolto oltre 8.700 firme. “Chiediamo che questi orsi, originari delle zone più fredde del Pianeta – si legge nella petizione – siano subito trasferiti in luoghi con un clima per loro idoneo, visto che purtroppo non possono esser liberati, essendo nati e vissuti in cattività”. Lo Zoosafari risponde, intanto, anche in merito alle alte temperature estive: “I nostri orsi polari hanno acqua raffreddata artificialmente con grossi apparati frigoriferi nella vasca grande, aria raffreddata a mezzo condizionatori nei 3 box interni, ombra e privacy nelle grotte sotto la cascata e vari punti di nebulizzazione di acqua nella parte emersa, tutte aree dove accedono a piacimento se e quando lo ritengono necessario. Se li si vede sotto il sole è perché vogliono stare lì in quel momento particolare e non sentono il bisogno fisiologico di sottrarsi alla calura”. Per Rausa “l’eccezionalità relativa a queste ondate di caldo è un problema globale e non solo fasanese” con temperature di 20°C oltre la media stagionale “anche al Polo Nord”. “Qualcuno forse sta pensando di fare qualcosa di concreto – si domanda – per quegli orsi polari in natura spostandoli chissà dove? Certamente no, non essendocene alcun bisogno.

Chissà cosa ne penserebbe al riguardo il fotografo taiwanese Sheng Wen Lo, la cui storia è stata raccontata dal National Geographic. Ha dedicato tre anni della sua vita a fotografare orsi polari in 25 tra zoo e parchi europei e cinesi. Così è nata la serie ‘White Bear’ con cui il fotografo ha osservato il comportamento di questi animali nei loro habitat artificiali, mettendo in luce le loro condizioni di vita e lo stato di salute. E scoprendo che la cattività ha i suoi effetti.

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