Qualche giorno fa ho parlato dell’Aic (autorizzazione immissione in commercio) per i cosiddetti medicinali omeopatici e ho chiarito che si tratta semplicemente di un controllo di qualità, il quale non riguarda l’efficacia (nessuna prova convincente negli oltre 200 anni di storia dell’omeopatia). Sintetizzando, dopo anni di proroghe, è stata applicata finalmente la legge, la quale prevede che ci siano delle verifiche anche se minime per garantire che quello venduto come acqua e zucchero con un nome fantasioso sia effettivamente solo acqua o zucchero senza “zozzerie” dentro.

Giovanni Gorga, il presidente di Omeoimprese, l’associazione che raggruppa le aziende del settore, ha partecipato al dibattito nella nostra comunità tramite un intervento su Speaker’s Corner. Innanzitutto, anche se non ne condivido i contenuti, ho molto apprezzato i toni e i modi pacati di Gorga, e ne riconosco il coraggio di mettersi in gioco con i lettori (mai un ruolo facile). Per fortuna ha evitato le discussioni sul fatto che i preparati omeopatici siano acqua e zucchero, e inefficaci (lo so che è noioso ripeterlo ogni volta, ma è davvero così). Sicuramente, un passo avanti rispetto a frasi del tipo “i prodotti omeopatici sono farmaci per legge anche in Italia”.

Alcune riflessioni di Giovanni Gorga meritano sicuramente una risposta.

Un blog è un diario personale, ma è inevitabile che alcune posizioni possano avere un’influenza anche profonda sui lettori. Mi colpisce molto che pensare che il calo della vendita dei prodotti omeopatici (– 5% fatturato, – 7% pezzi venduti) possa essere la causa per cui un “padre di famiglia” (ma anche una giovane donna che ha scelto la vita single, aggiungerei) possa perdere il lavoro. Se tutti smettessero di fumare, sicuramente l’industria del tabacco avrebbe un tracollo, con molte persone licenziate. Quindi, lo Stato non dovrebbe imporre il divieto di fumo nei luoghi pubblici, perché questo potrebbe nuocere a “un settore produttivo”? Sono umanamente dispiaciuto per chiunque perda il lavoro, ma ancora di più per le persone che danneggiano la propria salute ritardando le cure efficaci per prendere acqua e zucchero. Perso il lavoro, se ne può trovare un altro, persa la salute è più complesso riottenerla.

Nel blog non c’è solo il post del suo titolare, ma soprattutto ci sono i commenti dei lettori, che ne sono una parte fondamentale. Come avrà avuto modo di verificare Giovanni Gorga, molti lettori agiscono da veri e propri revisori. Nel caso del suo articolo, una delle affermazioni più contestate (perché errata) è stata: “Siamo un settore che nulla chiede allo Stato Italiano in termini di agevolazioni economiche ma che al contrario contribuisce a sostenere il Sistema Sanitario, dunque meriterebbe qualche elogio e non critica”.

I medicinali omeopatici sono rimborsabili al 19%. Su un ipotetico volume d’affari di 300 milioni annuo significa circa 60 milioni di euro. Si tratta di una cifra doppia rispetto all’ultimo stanziamento per tutti i progetti di ricerca di interesse nazionale (Prin), finanziati con solo 30 milioni di euro annui. Per non parlare degli ospedali pubblici che offrono trattamenti omeopatici, che alla collettività costano eccome. In ogni caso, il danno vero causato dall’omeopatia ai sistemi sanitari è che ritardando le cure vere, ciò che si poteva risolvere ad esempio con un antibiotico a casa, può diventare qualcosa di serio che richiede un’ospedalizzazione.

Un lettore ha segnalato questo articolo, nel quale si analizzano i maggiori costi al sistema sanitario (circa il 20%) causati dalle persone che si “curano” con l’omeopatia. Insomma, non solo lo Stato dovrebbe togliere la possibilità del rimborso sull’Iva, ma visti i danni che i “medicinali omeopatici” causano al sistema sanitario, una buona idea sarebbe di introdurre delle tasse sui questi prodotti, analogamente alle sigarette.

Parliamo della correlazione antivax-omeopati, altro punto del post. I medici omeopati in Italia sono pochissimi, circa l’1%. In un post precedente, avevamo osservato di come tra i medici firmatari di una lettera critica verso le vaccinazioni, questa percentuale salisse enormemente, fino al 60-70. I nomi dei firmatari sono pubblici: controllare per credere.

È infine interessante notare come molti antivax (non prendiamoci in giro con altre definizioni) pensano a chissà quale complotto delle compagnie che producono i vaccini. Il fatturato legato ai vaccini, i quali evitano migliaia di morti ogni anno, è proprio di circa 300 milioni di euro, lo stesso di Big Homeo che invece vende acqua e zucchero. Stranamente, nel secondo caso nessuno scende in piazza gridando al complotto.

La mia impressione è che viste le reazioni al post di Giovanni Gorga, i danni d’immagine causati alle aziende che producono i cosiddetti “medicinali omeopatici” dal suo singolo contributo siano sicuramente maggiori di tutti quelli messi assieme del mio piccolo blog. D’altronde, Big Homeo non è nuova ad autogol mediatici.

Spero che Giovanni Gorga non se ne risenta troppo e sarei lieto di invitarlo per un caffè, anche omeopatico se lo desidera.

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