Chi lo ha detto che d’estate i dati Auditel danno poche soddisfazioni? Per conferme del contrario, citofonare Temptation Island, il reality rosa di amorazzi estivi di Canale5, targato Maria De Filippi. La penultima puntata del programma condotto da Filippo Bisciglia, infatti, ha ottenuto 3,8 milioni di spettatori, per uno share del 21,05%. Un risultato importante, soprattutto se consideriamo che siamo a fine agosto e molti italiani preferiscono, comprensibilmente, dedicarsi ad altre attività. Certo, l’assoluta mancanza di controprogrammazione (la Rai d’estate poltrisce) ha dato una mano, ma per spiegare il successo di Temptation Island forse è necessario analizzare altre caratteristiche del prodotto. Quest’anno il cast è particolarmente azzeccato, visto che le coppie che hanno deciso di spiaggiarsi in Sardegna per raccontare all’Italia le loro privatissime dinamiche personali si sono spese non poco, producendosi in corna vere o presunte, sbandate da ragazzini e scenate ultratrash. E poi c’è la narrazione infiorettata alla perfezione, a costruire un feuilleton popolare che solletica la pancia del pubblico televisivo.
Che a livello di contenuti Temptation Island sia davvero poca roba è fuori discussione, ma se un programma televisivo del genere ha un successo così evidente, in piena estate, raccontando le storie “poraccissime” di un gruppuscolo di ragazzotti e ragazzotte pronti a tutto pur di diventare noti, forse è il caso di analizzare il fenomeno tentando di mettere da parte la spocchia quanto più possibile.

Un racconto efficace, con picchi di suspense trash mai visti prima, riesce miracolosamente a trasformare un prodotto televisivo di bassa qualità in un fenomeno di costume che conquista paradossalmente anche chi, pubblicamente e in assoluta buona fede, dice peste e corna su Temptation e tutto il sottobosco di tronisti o aspiranti tali che lo alimenta. È un pubblico giovane, quello del reality estivo di Canale5, ma è anche un pubblico trasversale, molto social, pronto a perculare le coppie e a esaltarsi per pianti, urla, litigi, tentazioni vere o presunte. C’è molto sadismo, nello spettatore medio di Temptation Island, così come c’è una dose cospicua di masochismo. È la storia tipica del film splatter che non vorremmo guardare ma che poi sbirciamo tra le dita mentre ci copriamo gli occhi. È l’appeal dell’orrido, soprattutto perché è un orrido raccontato bene.

Ieri sera, poi, la vicenda centrale della puntata era quella di Nicola e Sara: lui calciatore dilettante di 33 anni, lei ragazza bella e spigliata di 21. Stanno insieme da quando ne aveva 16 e lui l’ha sempre considerata “cosa sua”, fino a infuriarsi non poco perché l’ha vista fumare o ballare. Nel frattempo, però, lo sgrammaticato Nicola aveva subito non poco il fascino di tale Antonella, lasciandosi andare ad atteggiamenti e frasi non proprio rispettosi nei confronti della malcapitata Sara. Il falò finale di confronto, con il grand’uomo che frigna come un vitellino e lei che non cede e lo molla in riva al mare, è stato il punto più alto (e più basso, ovviamente) della puntata di ieri, con una sorta di colpo di scena finale, visto che, a un mese dalla fine delle registrazioni, lei sembra aver deciso di dargli una seconda possibilità, soprattutto perché adesso Nicola ha perso quel suo fare da gradasso ed è tornato a testa bassa e con la coda tra le gambe.
Un feuilleton popolare, appunto, che non può non titillare gli istinti non certo alti di una larga fetta di pubblico televisivo italiano. Un fenomeno di costume che di settimana in settimana fa storcere sempre meno nasi e diventa argomento di conversazione social tra i più apprezzati dell’estate.

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