Da tempo scriveva post su Facebook contro le coppie gay ed era stato anche a processo per il reato di intestazione fittizia – reato poi prescritto – insieme al figlio di un boss della ‘ndrangheta. Filippo Mondella, il gestore della casa vacanze della frazione Santa Maria, a Ricadi, in provincia di Vibo Valentia che si è rifiutato di accogliere una coppia gay nella sua struttura, aveva già espresso sui social le proprie posizioni contro gli omosessuali. Il 13 giugno scorso l’imprenditore aveva commentato un articolo pubblicato da Repubblica.it riguardo una “famiglia poliamorosa” in Colombia. “Bene! Adesso ditemi che sono “omofobo”, ma a breve non ci sarà più la famiglia… ci sarà l’ammucchiata. Fucilazione subito!!!” era stato il parere dell’imprenditore.

Dopo le critiche di questi giorni, Mondella ha sottolineato di far parte di una famiglia di “cattolici, cristiani, praticanti. Preferiamo mantenere la nostra fede. Per noi il concetto di famiglia è quello lì”,  rivendicando di “non voler ospitare i gay per motivi religiosi” ha detto a Claudio Finelli, responsabile Cultura di Arcigay per Gaynews.it, il sito che ha poi scandagliato il profilo Facebook di Mondella per conoscere meglio il personaggio. Che, tra le altre cose, non ha mai nascosto apprezzamenti per Trump e Putin. Intanto il sito di prenotazioni online Booking.com ha sospeso le prenotazioni per la struttura. A completare questo sommario identikit, poi, anche alcuni problemi giudiziari che Mondella ha avuto e che si sono conclusi con la prescrizione del reato di intestazione fittizia che gli era stato contestato, in concorso con il figlio di un boss della ‘ndrangheta. Il proprietario del bed and breakfast, ha scritto il Corriere.it, figurava nel processo penale nato dall’operazione antimafia chiamata “Black Money“.

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