Sono tantissime le giovani occidentali sparite nel nulla e che sono finite nella rete degli adescatori di Isis: tra loro anche una giovanissima tedesca che è stata tra i ventisei stranieri arrestati a Mosul, nel nord dell’Iraq, durante l’offensiva governativa irachena. L’adolescente era stata trovata nei giorni scorsi in fondo a un tunnel sotterraneo di Mosul, denutrita e spaventata, dove aveva passato le ultime terribili settimane dell’assedio all’ex roccaforte dello Stato islamico, al quale lei si era arruolata l’anno scorso.

La storia di Linda emerge rispetto ad altre a causa della giovane età della ragazza, ma la studentessa originaria della Sassonia è solo una delle numerose donne, molte delle quali tedesche, rimaste a Mosul durante l’offensiva anti-Isis. Fonti dell’intelligence irachena, citate dall’Associated Press, affermano che dei 26 stranieri, 16 sono donne, otto sono minori e due sono uomini. Sono stati tutti trasferiti a Baghdad. Le stesse fonti riferiscono che alcuni dei fermati sono ceceni, e che tra le donne ci sono russe, iraniane, siriane, francesi, belghe e tedesche. Alcune di queste donne, come Linda W., sembra che lavorassero nella polizia dell’Isis.

La vicenda di Linda ha avuto molta eco in Germania, dopo che le immagini del suo volto chiaro nel buio del tunnel di Mosul si erano diffuse ai media. Convertita all’Islam quando era ancora a scuola in Germania, era partita dalla Sassonia verso la Turchia e da lì era entrata in Siria, unendosi all’Isis. Per riuscire nell’impresa, l’anno scorso Linda aveva falsificato una procura dei genitori.
Il suo caso non è unico. Già in passato si sono registrate storie di ragazze minorenni occidentali, adescate su Internet da arruolatori dell’Isis abili ad attirare giovani nordamericani, europei, australiani. Molti di loro non presentavano un profilo di “marginalizzati” e non provenivano da contesti socialmente depressi, nelle periferie della grandi città. La maggior parte di questi casi hanno origine nelle zone piccole e medie città di provincia, nelle zone rurali, da famiglie piccolo-borghesi senza particolari difficoltà economiche.
Linda e le altre donne fermate a Mosul sono ora in un carcere di Baghdad. E gli addetti consolari dei loro rispettivi paesi stanno visitando le connazionali, che rischiano di essere processate in Iraq con l’accusa di terrorismo. Alcune donne hanno figli, anche molto piccoli. Per loro – affermano le fonti – c’è la via del rimpatrio.

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