“3 volte No” (3XNIE). Con lo slogan creato dal famoso grafico di Solidarnosc Jerzy Janiszewski, la Polonia sta manifestando in piazza contro le tre leggi che cancellano di fatto l’autonomia del potere giudiziario polacco. La riforma della giustizia che di fatto annulla la separazione dei poteri è stata approvata nella notte tra il 21 e il 22 luglio dal Senato: il provvedimento impone il controllo dell’esecutivo sulla nomina dei giudici della Corte suprema, consentendogli di ‘mandare in pensione’ e sostituire quelli attualmente in carica. Il disegno di legge era stato approvato il giorno prima dalla Camera bassa del parlamento, o Sejm, e ora dovrà solo essere firmato dal presidente Andrzej Duda per poter diventare legge. E proprio a Duda si rivolgono le decine di migliaia di manifestanti, in piazza ieri sera davanti al palazzo presidenziale e oggi in 50 città della Polonia: “Vogliamo un veto”, urlavano i dimostranti. Duda intanto ha acconsentito nella tarda serata di ieri ad accogliere la richiesta del presidente della Corte Suprema, Malgorzata Gersdorf, di discutere della riforma. L’incontro tra i due è stato fissato per lunedì.

La riforma della giustizia da giorni ha messo in allarme la Commissione europea e rischia di aprire una faglia insanabile nella Ue. Tra una settimana da Bruxelles arriveranno due nuove procedure di infrazione ed un terza raccomandazione per la “sistematica minaccia dello stato di diritto” a Varsavia. Ma dopo l’estate potrebbe scattare la procedura prevista dall’art.7 dei Trattati, quella che nei palazzi di Bruxelles è considerata “l’arma atomica” contro i paesi riottosi perché prevede sanzioni fino al blocco del diritto di voto dello stato colpito. In quanto tale non è mai stata utilizzata e solo evocata per il caso Haider in Austria. Il primo vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, l’uomo dei dossier bollenti e delle future riforme europee, oggi l’ha esplicitamente messa sul tavolo, nella conferenza stampa tenuta dopo aver presentato al Collegio dei Commissari il suo (fosco) rapporto sulla situazione in Polonia: “Siamo molto vicini a farla scattare”.

Oggi si stanno svolgendo manifestazioni in oltre 50 città, a partire da Danzica con un comizio su Piazza Solidarietà davanti agli ex cantieri navali, alla presenza del premio Nobel ed ex presidente Lech Walesa. Anche il nuovo logo delle proteste si riferisce in maniera esplicita a quello del sindacato Solidarnosc creato dopo gli scioperi di agosto 1980 dallo stesso Janiszewski. Il nuovo logo esprime la richiesta rivolta al presidente polacco Andrzej Duda di non firmare le tre leggi, entro 21 giorni dalla loro approvazione. “Durante ogni incontro”, ha detto Walesa, “dovete annunciare che Lech Walesa è con voi e salute permettendo, vi sostiene sempre in difesa delle conquiste degli anni ottanta ovvero le fondamenta sulle quali dobbiamo nuovamente ricostruire la nostra patria. Sarò con voi anche nel caso del vostro arresto”. Il premio Nobel 1983 si è dichiarato decisamente a favore dell’autonomia del potere giudiziario da quello legislativo ed esecutivo in Polonia, paragonando questi tre “pilastri della democrazia” ai tre piedi senza i quali ogni stato, ma anche ogni tavolo – perde l’equilibrio. Walesa ha sostenuto che invece di organizzare le marce di protesta è molto meglio incontrare e parlare con la gente. “Libertà, uguaglianza, educazione” gli hanno risposto gridando i presenti, fra quali tanti giovani.

Articolo Precedente

Isis, Interpol: un esercito di 173 kamikaze è pronto ad attaccare l’Europa

next
Articolo Successivo

Migranti, il cancelliere dell’Austria: “Al Brennero l’emergenza non esiste. Vienna non finisca con Orban e Lega”

next